Il presunto racket delle carte d’identità rilasciate a cittadini stranieri tramite la falsificazione di documenti di residenza si ridimensiona drasticamente. Secondo le indagini della polizia, ne sarebbero state rinvenute solamente sette, una cifra di gran lunga lontana dalle migliaia inizialmente ipotizzate.
Almeno questo è ciò che è emerso durante l’ultima udienza del processo a carico di Maria Rita Spiteri, 32enne ex dipendente dell’agenzia governativa Identità, e Bernard Attard, 33enne commerciante d’auto, accusati di aver messo in piedi un sistema di falsificazione di documenti di residenza, frode, riciclaggio di denaro, corruzione e traffico di esseri umani.
Durante l’udienza, l’accusa ha confermato che nonostante le indiscrezioni iniziali parlassero di un giro di circa 18.000 carte d’identità, le indagini della polizia hanno portato alla luce soltanto sette documenti fraudolenti.
A confermarlo, dicono i media locali, è stato anche Claudio Spiteri, in precedenza alla guida della sezione Compliance di Identità, il quale ha dichiarato davanti al magistrato di «non aver mai sentito parlare di migliaia di carte d’identità false» e che, sul caso, in agenzia risultavano aperti solo sedici fascicoli. Ogni prova raccolta sinora dagli investigatori, dopo aver esaminato diversi documenti sospetti tra cui contratti d’affitto fittizi, bollette internet falsificate più altre lettere inviate ad indirizzi errati, sostanzialmente conferma la presenza di sole sette carte d’identità contraffatte.
L’ex manager di Identità ha inoltre rivelato di essere stato incaricato di approfondire il caso di tre egiziani che avevano ottenuto la residenza a Malta grazie ai presunti legami con altrettanti cittadini britannici i quali, dopo ulteriori verifiche, hanno negato qualsiasi legame con loro, portando la pratica ad essere trasmessa alla polizia per ulteriori indagini.
I due imputati sono stati arrestati lo scorso anno con testimoni che hanno indicato in Attard colui che fungeva da intermediario per la raccolta del denaro proveniente dai presunti acquirenti, per la maggior parte extracomunitari, e in Spiteri la persona in grado di procurare i documenti contraffatti.
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