Maria Spiteri, 32enne ex dipendente dell’agenzia governativa Identità, e Bernard Attard, 33enne commerciante d’auto, sono stati accusati di aver messo in piedi un sistema di falsificazione di documenti di residenza, frode, riciclaggio di denaro, corruzione e traffico di esseri umani, con reati che si sarebbero svolti tra il 2019 e il 2023.
Le contestazioni sono frutto di un’indagine avviata dalla polizia alla fine del 2023, dopo che alcuni cittadini di Paesi terzi erano riusciti a ottenere permessi di soggiorno contraffatti. Secondo quanto emerso in tribunale e riportato dai media locali, i documenti sarebbero stati creati utilizzando dati rubati dai database di Identità, e i sospetti hanno indicato Spiteri e Attard come le figure centrali dell’operazione.
In aula è stato riferito che la donna avrebbe sfruttato la sua posizione in agenzia per manipolare il sistema, accettando tangenti e falsificando dichiarazioni ufficiali. Nel frattempo, Attard avrebbe agito come intermediario, raccogliendo i pagamenti dai clienti e coordinando le operazioni con la complice. Entrambi si sono dichiarati non colpevoli.
Durante l’udienza, il magistrato ha respinto le richieste di rilascio su cauzione, temendo che gli imputati potessero interferire con i testimoni, molti dei quali stranieri coinvolti nella vicenda. È stato inoltre disposto un ordine di congelamento dei loro beni.
Un’inchiesta parallela, avviata nell’agosto 2024 su iniziativa dell’avvocato ed ex deputato del PN Jason Azzopardi, sta approfondendo ulteriormente le accuse di corruzione e tangenti che, secondo il legale, avrebbero portato alla presunta emissione di 18.000 carte di identità maltesi per cittadini extracomunitari grazie al coinvolgimento di alti funzionari di Identità. Spiteri e Attard comparivano tra i nomi citati da Azzopardi nell’istanza presentata in tribunale.
Dal canto suo, l’agenzia ha respinto con fermezza le accuse, ritenendole degli «attacchi mirati esclusivamente a causare danni e a offuscare l’integrità dell’ente, dei suoi processi e i suoi dipendenti», sottolineando che proprio un’indagine interna, avviata nel 2022, ha portato alla scoperta delle irregolarità e alle conseguenti azioni legali. Ha inoltre evidenziato che le frodi riguardano solo cinque documenti, e non migliaia, come è stato riportato.
«Le prove presentate in tribunale confermano la posizione chiara che Identità ha sempre sostenuto e dichiarato apertamente» afferma l’agenzia in un comunicato diffuso a seguito del procedimento.
(immagine di archivio, credits: Identità)
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