Si è svolta oggi la prima udienza relativa all’omicidio di Bernice Cassar, 40enne brutalmente uccisa in strada dal marito, Roderick Cassar, con due colpi di fucile che l’hanno raggiunta al volto e al petto mentre si recava al lavoro, nella zona industriale di Kordin la mattina di martedì 22 novembre.
Come riportato da Malta Today, le porte del tribunale per il 42enne di Qrendi si sono aperte intorno alle 14:30. Di fatto, si tratta del primo caso giudicato legalmente come femminicidio nella storia di Malta. In aula erano presenti molti familiari di Bernice, con i genitori, i fratelli, cugini e zii che hanno voluto assistere alla prima ricostruzione dei fatti sulla vicenda.
L’udienza è stata presieduta dal magistrato Astrid May Grima, con l’imputato piantonato da due poliziotti. La seduta è stata brevissima, circa una ventina di minuti. Il presunto assassino si è dichiarato non colpevole, senza però chiedere la libertà su cauzione. Al contrario, i suoi legali hanno chiesto e ottenuto che l’uomo venisse preso in consegna dal reparto di medicina legale del carcere.
Parallelamente la polizia starebbe indagando sul fucile utilizzato dall’uomo per compiere il femminicidio. Roderick Cassar sarebbe infatti sprovvisto del porto d’armi e non è un cacciatore. Inoltre, il tipo di arma utilizzata per uccidere Bernice non sarebbe consentita neanche nella caccia. Al momento non è stato rivelato l’effettivo intestatario del fucile, che avrebbe sparato tre volte: una sull’asfalto e due contro la donna, al petto e al volto.
In aula sono emersi sempre più dettagli che farebbero pensare a una tragedia evitabile, come avevamo già accennato nei precedenti articoli. L’avvocato di Bernice avrebbe infatti affermato di aver chiesto personalmente protezione per la donna, pochi giorni prima che venisse uccisa. Questo a causa della violazione da parte di Roderick Cassar dell’ordine restrittivo, posto in favore della vittima a seguito delle numerose denunce per violenza domestica, di cui 2 solo nel mese di novembre. Diversi rapporti della polizia proverebbero le svariate violazioni delle restrizioni imposte all’uomo. Ma nulla è cambiato. Nulla è stato fatto.
La prima udienza contro di lui è rimasta fissata per novembre 2023, per aver picchiato la moglie e averle puntato un coltello alla gola a luglio. Poi, l’irreparabile. Roderick e Bernice Cassar erano sposati da 9 anni, avevano due figli piccoli, e da qualche tempo vivevano in luoghi separati.
Oltre alle accuse di femminicidio volontario, detenzione della vittima contro la sua volontà, violenza morale e psicologica, utilizzo di arma da fuoco mentre commetteva un crimine e detenzione di arma da fuoco senza autorizzazione, sulla testa di Roderick Cassar penderebbero anche quelle di furto del telefono cellulare e della chiave dell’auto della vittima e danneggiamento intenzionale della sua proprietà, oltre alla violazione dell’ordinanza di libertà vigilata emessa lo scorso mese di luglio a favore della vittima, che aveva denunciato il marito anche ventiquattro ore prima di essere ammazzata. L’ultimo disperato tentativo di chiedere aiuto che nessuno ha ascoltato.