Tre persone sono finite in tribunale in relazione alla rissa scoppiata lo scorso martedì pomeriggio all’interno del circolo del Partito Laburista a Birzebbugia.
Shylon e Brian Mangion, due fratelli di 22 anni e 31 anni di Fgura, e il fidanzato di loro sorella Wayne Barbara, 29enne di Marsascala, si sono dichiarati non colpevoli delle accuse di gravi lesioni personali e disturbo della quiete pubblica.
In aula, l’ispettore di polizia ha spiegato che le forze dell’ordine sono intervenute per sedare i disordini segnalati presso il locale in questione ma, una volta giunte sul posto, la situazione sembrava sotto controllo.
Diverso lo scenario che si è presentato invece qualche ora più tardi, quando una rissa scoppiata tra gli imputati, il barista del circolo ed alcuni suoi parenti ha richiesto l’intervento del personale sanitario, che ha trasportato in ospedale il padre dei due fratelli, Carmelo Mangion, rimasto gravemente ferito nel tentativo di sedare la violenza.
Sempre secondo le ricostruzioni fornite dall’ispettore di polizia, sotto interrogatorio gli imputati avrebbero ammesso di aver partecipato alla rissa e a quanto pare non saranno gli unici a dover rispondere delle loro azioni di fronte alla legge.
L’avvocato difensore dei tre giovani uomini ha fatto richiesta per ottenere la libertà su cauzione, ribadendo che i propri assistiti si erano limitati a difendere Carmelo Mangion dall’aggressione. Ipotesi contrastata dell’accusa che ha sostenuto il pericolo di inquinamento delle prove dato che le presunte vittime devono ancora testimoniare.
Analizzando la situazione, il magistrato ha scelto di accogliere la richiesta della difesa per evitare che gli imputati perdano il lavoro, concedendo così ai tre la libertà su cauzione previo deposito di 8.000 euro e una garanzia personale di 22.000 euro. Inoltre, saranno soggetti all’obbligo di firma tre volte a settimana, dovranno rispettare gli orari di coprifuoco e non potranno recarsi a Birzebbugia.
La Corte ha anche emesso un’ordinanza di protezione a favore delle presunte vittime.