Due cittadini di origine somala sono comparsi in tribunale a seguito di una violenta rissa durante la quale ne sarebbero usciti entrambi gravemente feriti, trovandosi poi ad essere difesi dallo stesso legale.
A finire alla sbarra sono stati il 43enne Mustafa Duale Abokor, e il 24enne Abraham Abdi Ahmed. I due si sarebbero resi protagonisti di una violenta lite all’interno di un appartamento a Luqa, durante la quale Abokor avrebbe utilizzato anche un coltello. Stando ai media locali, il diverbio sarebbe nato per questioni legate all’affitto.
Abokor avrebbe infatti ospitato il giovane connazionale nella sua casa, che già condividerebbe con altre cinque persone. I problemi (e la rissa) sarebbero nati nel momento in cui Ahmed sarebbe rimasto oltre il periodo concordato.
Il 43enne è stato il primo a comparire in aula, con pesanti accuse a proprio carico: lesioni personali gravi e sequestro di persona, oltre che di recidiva. Tutti capi d’imputazione per i quali l’accusato si è dichiarato non colpevole.
Per lui, il legale difensore ha chiesto la libertà provvisoria, sottolineando che aveva già ottenuto la medesima concessione in occasione di un primo litigio con Ahmed avvenuto il 22 dicembre. Ma non tutto è oro ciò che luccica. Secondo la testimonianza dell’ispettore di polizia che ha seguito il caso, l’individuo avrebbe ottenuto la libertà provvisoria solo perché ricoverato in ospedale.
Il secondo arresto è coinciso con le dimissioni dalla struttura sanitaria, quando qualche giorno dopo Abokor si presentò alla stazione di polizia come ordinato dalle autorità. La sua visita è però coincisa con quella del suo rivale, che ha denunciato una nuova aggressione ai propri danni, avvenuta quindi mentre Abokor godeva della libertà provvisoria.
A fronte anche di una condanna a 24 mesi di carcere per un accoltellamento avvenuto a Gozo nel 2014 e per il pericolo che possa far del male ai testimoni, il magistrato ha negato la libertà su cauzione al 43enne, sottolineandone la pericolosità dovuta anche a problemi di alcolismo.
Successivamente sul banco degli imputati è salito Ahmed con i medesimi capi d’imputazione di Abokor, presentandosi però senza un legale difensore. Secondo le ricostruzioni, ben cinque avvocati d’ufficio avrebbero infatti rifiutato l’incarico, spingendo il difensore del primo imputato a offrirsi di rappresentare anche il secondo accusato, ma solo per l’udienza in atto.
Il Tribunale ha riservato lo stesso trattamento anche per Ahmed, negandogli la libertà su cauzione. Entrambi i protagonisti dello scontro rimarranno quindi in carcere almeno fino alla prossima udienza.