Un giovane uomo ricercato per aver presumibilmente aggredito la sua compagna incinta e per essere sfuggito alla polizia per nove mesi, è stato arrestato nei giorni scorsi dopo essersi costituito e successivamente posto in custodia cautelare.
L’episodio risale, appunto, a nove mesi fa, quando una lite nell’abitazione della donna a Marsascala pare essere sfociata in violenza. Dylan Magro, 27 anni, avrebbe colpito alla testa la compagna incinta di otto settimane con il suo telefono cellulare fino a danneggiarlo, e poi l’avrebbe trascinata per i capelli, picchiata e le avrebbe sottratto le chiavi dell’auto. Nonostante le ferite, la presunta vittima sarebbe riuscita a raggiungere a piedi la stazione di polizia della cittadina per sporgere denuncia, mentre l’individuo faceva perdere le sue tracce.
L’indirizzo di residenza indicato sulla carta d’identità di Magro è risultato corrispondere a una casa abbandonata, e le ricerche presso l’abitazione di un famigliare si rivelarono infruttuose. A quel punto, la polizia, che già stava ricercando il “fuggitivo” per un altro procedimento giudiziario a suo carico, decise di diffondere la sua foto chiedendo il supporto dei cittadini per rintracciarlo. Parallelamente, il profilo Facebook del 27enne venne cancellato, rendendo ancora più difficile localizzarlo.
A mesi di distanza, alla polizia arrivarono delle segnalazioni circa il possibile ritorno di Magro nella abitazione della fidanzata. Gli agenti dell’unità contro la violenza domestica si recarono sul posto con tanto di mandato d’arresto, constatando l’effettiva presenza del ricercato che, tuttavia, dopo aver tentato di ostacolare l’ingresso degli ufficiali con la scusa dei cani in casa, riuscì a fuggire attraversando un cantiere dopo aver scavalcato un muro.
Magro si è infine costituito in caserma lo scorso martedì 24 settembre e, il giorno seguente, è stato portato in tribunale dichiarandosi non colpevole di una serie di accuse tra le quali aver procurato lievi lesioni alla compagna e a due agenti di polizia e resistenza a pubblico ufficiale.
Il suo avvocato ha tentato di perseguire la strada dell’infermità mentale, affermando che il suo cliente è affetto da determinate patologie che potrebbero peggiorare, richiedendo inoltre la nomina di tre psichiatri per valutare lo stato di salute mentale dell’accusato al momento dei presunti reati e l’idoneità ad affrontare il processo.
L’accusa ha obiettato, affermando che Magro fosse ben consapevole di ciò che stava facendo tanto che, durante l’interrogatorio, si sarebbe scusato con uno dei poliziotti per “i problemi e il disturbo causati”. Inoltre, non aveva citato alcuna problematica legata alla salute mentale dopo il suo arresto.
In questa fase del procedimento, la Corte ha rigettato la richiesta della valutazione psichiatrica citando la mancanza di prove; ha inoltre respinto la richiesta di libertà su cauzione sottolineando la gravità delle accuse, la mancanza di un domicilio fisso dell’imputato e la sua inaffidabilità.