Dopo anni di diatribe giudiziarie, una coppia ungherese, Robert Attila Majlat, 42 anni, e Attilane Majlat, 37 anni, è stata nuovamente condannata (e questa volta in via definitiva) per coinvolgimento nel racket della prostituzione a Malta.
Secondo il resoconto dei fatti riportato dal Malta Independent, tutto ebbe inizio quando le autorità britanniche segnalarono alle forze di polizia locali il sospetto coinvolgimento della coppia nel traffico di donne a scopo di sfruttamento sessuale. Nel 2019, i due furono giudicati colpevoli e condannati a 12 anni di prigione.
Tuttavia, un anno più tardi, la condanna fu annullata in appello e rispedita al vaglio della Corte dei Magistrati (che secondo l’ordinamento giuridico maltese corrisponde allo scalino più basso del percorso giudiziario).
Il motivo era legato alla mancata concessione all’avvocato difensore della coppia di interrogare le presunte vittime del traffico durante il processo originario. Vicenda che portò in seguito a una nuova condanna, stavolta a 9 anni di prigione. Ma la storia non finisce qui.
Un secondo appello presentato dai due cambiò nuovamente le carte in tavola, portando il giudice, nel febbraio di quest’anno, ad annullare nuovamente la condanna, sostenendo che il procuratore generale avrebbe dovuto optare per un processo presso tribunali superiori anziché la Corte dei Magistrati.
Alla bagarre giudiziaria si è però riuscito a mettere un punto dopo che i Majlat si sono dichiarati colpevoli delle accuse a seguito di un patteggiamento raggiunto con il procuratore generale. La causa è stata quindi trasferita al Tribunale Penale per la sentenza.
Durante l’udienza di condanna di questa mattina, la Corte ha dichiarato i due imputati colpevoli dei capi d’accusa a loro carico infliggendo a Robert Attila Majlat una pena di 10 anni di carcere e una multa di 10.000 euro, mentre Attilane Majlat è stata condannata a 9 anni di carcere e a pagare una multa di 7.000 euro.