Il caso Pilatus Bank procede a rilento, troppo a rilento. È quanto emerge dall’ultima udienza svoltasi nella giornata di mercoledì 2 novembre quando sono spuntate nuove polemiche attorno alle procedure processuali.
Stando ai media maltesi, l’ultima seduta sarebbe infatti stata caratterizzata dalle rimostranze della Corte nei confronti dell’accusa a causa della penuria di testimoni e di nuove prove presentate in tribunale.
Nello specifico, il caso riguarderebbe l’ex responsabile dell’antiriciclaggio di Pilatus Bank, Claude-Ann Sant Fournier. La donna era stata citata in giudizio a settembre 2021, un mese dopo che la banca era stata multata di 4,9 milioni di euro per una “grave e sistematica mancanza” nel rispetto delle leggi antiriciclaggio.
L’udienza di mercoledì avrebbe dovuto consentire all’accusa di presentare il maggior numero di prove. Ma a testimoniare sarebbero state chiamate solamente tre persone, di cui una già alla terza comparizione. L’accusa non sarebbe inoltre stata in grado di consegnare nuove evidenze, limitandosi invece a suffragare i documenti già presentati nelle udienze precedenti. Un atteggiamento che avrebbe infastidito la Corte: «Questo modo di procedere non è degno di un processo penale. Non è ammissibile che l’accusa sia gestita in questo modo» avrebbe dichiarato il magistrato, infastidito anche a fronte delle due ore messe a disposizione degli avvocati dell’Ufficio del Procuratore Generale per presentare nuove prove, come detto mai arrivate.
Non solo: al termine delle deposizioni, il procuratore avrebbe chiesto al tribunale un lungo rinvio per consentire all’accusa di individuare eventuali nuovi testimoni, ricevendo in risposta un ammonimento da parte del magistrato: «Attenti a ciò che chiedete. Non stiamo giocando. Ci sono persone sotto procedimento penale in attesa di essere giudicate».
E ancora: «Non potete prenderla alla leggera. State minando il processo giudiziario che deve essere completato in un tempo ragionevole. È una vergogna, una vergogna!» avrebbe continuato il magistrato.
Durante l’udienza sarebbe intervenuto anche l’avvocato difensore, sottolineando come l’obbligo di convocazione di alcuni testimoni non sia ancora stato rispettato. Tra questi ci sarebbe Antonella Gauci, all’epoca dei fatti Risk Manager di Pilatus Bank e non sottoposta ad alcun procedimento penale, quindi facilmente reperibile, ma mai chiamata a comparire in tribunale in qualità di testimone. «Altri direttori si trovano di fronte a un mandato d’arresto. Ma Gauci probabilmente no. Quindi deve essere convocata. Se non lo faranno, lo chiederò io stesso» avrebbe affermato il legale della difesa.
La richiesta di lunga sospensione presentata dalla difesa è stata quindi rifiutata dal tribunale, che ha fissato la prossima udienza per la raccolta delle prove già per la prossima settimana.