Sono finiti in tribunale anche gli ultimi tre dei cinque buttafuori coinvolti nel brutale pestaggio avvenuto a Paceville la notte di Capodanno a danno di Ahmed Adam Idriss Albarjo, studente sudanese di 30 anni (nei precedenti procedimenti riportati dai media locali era stato indicato con il nome di Idriss Ahmed Adem, 25 anni, n.d.r.).
L’episodio di violenza è stato immortalato in un video che ha poi fatto il giro del web, in cui si intravedeva un individuo (poi identificato in Albarjo) raggiunto alla nuca e al corpo da una scarica di calci, manganellate e pugni sferrati da cinque buttafuori mentre lo studente giaceva a terra inerme, in una delle strade della movida notturna dell’isola.
Aleksandar Kovacic, 27 anni, e Ivan Marjanovic, 42 anni, cittadini serbi residenti a Msida, sono stati accusati di aggressione e disturbo della quiete pubblica.
Entrambi si sono dichiarati colpevoli, scusandosi con la vittima presente in tribunale che ha deciso di perdonarli, rinunciando ad eventuali azioni penali nei loro confronti. Il magistrato li ha così condannati al pagamento di una multa complessiva di 100 euro ciascuno.
Oltre che ai capi di imputazione rivolti ai due “colleghi”, il quinto buttafuori, Petar Bajic, 36enne di nazionalità serba, è stato accusato di insulti e minacce e di aver lavorato come addetto alla sicurezza senza possedere opportuna licenza. Si è dichiarato non colpevole, pertanto il procedimento contro di lui tornerà nelle aule di tribunale nelle prossime settimane.
Ben peggiori sono le accuse che stanno fronteggiando il 21enne albanese Riald Gragjevi (alcuni media maltesi lo riportano con il nome di Rialj Gravjevic oppure Gragjevic, n.d.r.), e il 26enne maltese Ryan Zammit (pure quest’ultimo avrebbe prestato servizio senza licenza), in custodia cautelare ormai da una settimana dopo che entrambi si sono dichiarati non colpevoli di aver causato gravi lesioni personali alla vittima.
Anche lo stesso Albarjo si trova attualmente in custodia cautelare, con l’accusa di aver lanciato una bottiglia di vetro o comunque oggetti taglienti in direzione di uno dei suoi presunti aggressori, Gragjevi, procurandogli delle ferite certificate come non gravi. Il 30enne si dichiara non colpevole.
Al termine dell’udienza di giovedì, i buttafuori sono stati chiamati a testimoniare anche a quella a carico dei loro “colleghi”, i sopracitati Gragjevi e Zammit che, come anticipato, sono tornati in aula a distanza di una settimana dalla prima seduta in cui si dichiararono non colpevoli delle accuse nei confronti di Albarjo.
Il primo a deporre è stato Aleksandar Kovacic, ricordando di essere stato contattato via auricolare da altri buttafuori che la notte di Capodanno gli chiedevano urgente assistenza all’ingresso del locale l’Havana, per fronteggiare un «uomo nero» che li stava aggredendo fisicamente.
Il 27enne ha dichiarato di aver visto quest’ultimo che, tra la folla, stava colpendo un ragazzo (poi identificato in Riald Gragjevi) con una bottiglia di vetro rotta, trafiggendogli una spalla.
«L’uomo di colore urlava e minacciava di ucciderci tutti, poi ha iniziato ad aggredire l’albanese. Per quanto ho potuto vedere, Riald è stato il primo ad essere attaccato» avrebbe dichiarato in aula Kovacic, secondo la trascrizione riportata da Times of Malta, aggiungendo che lo stesso individuo avrebbe parlato anche con la polizia registrando tutto in un video prima di tornare al locale. Da lì in poi di lui si sarebbero occupati altri cinque colleghi, mentre Kovacic sarebbe tornato a presenziare all’interno del locale in cui stava lavorando.
Anche Ahmed Adam Idriss Albarjo è stato chiamato a deporre, ma ha deciso di non farlo, almeno per il momento. Dopo essersi confrontato con il suo avvocato, il 30enne ha infatti scelto di non testimoniare dato che qualsiasi cosa dica in questa fase potrebbe essere utilizzata contro di lui nel procedimento penale in corso a suo carico.
Infine è stato il turno di Petar Bajic, che a sua volta ha scelto di non deporre su consiglio del suo legale, probabilmente per le stesse motivazioni di Albarjo.
Il caso tornerà in aula la prossima settimana con nuove testimonianze.