Il principale imputato del brutale omicidio di Paulina Dembska, Abner Aquilina, era in un grave stato di psicosi al momento del crimine, secondo una perizia rilasciata da un team di psichiatri coinvolti dal tribunale.
Secondo l’equipe medica, l’attuale status psicologico del 20enne di Zejtun, inoltre, sarebbe talmente grave da non permetterebbe il normale svolgimento del processo.
Il tema dell’infermità mentale è venuto fuori a più riprese durante interrogatori ed udienze sul caso, portando Aquilina ad essere anche ricoverato presso l’ospedale psichiatrico Mount Carmel, dopo i primi colloqui con le forze dell’ordine in cui aveva affermato di essersi ispirato al film “Arancia Meccanica“.
Proprio dalla struttura ospedaliera, nel corso dei altri interrogatori, Aquilina aveva rilasciato nuovamente dichiarazioni allucinanti, affermando che le proprie azioni erano state guidate dalla “volontà del diavolo”.
Per fare luce sulle effettive condizioni psicologiche dell’imputato, il tribunale aveva quindi ordinato una perizia psichiatrica, il cui svolgimento era stato affidato a tre medici specializzati.
Secondo quanto riportato dalla stampa locale, l’equipe di specialisti avrebbe avuto 5 diversi colloqui con Aquilina, annotando deliri, una gestione fuori controllo delle emozioni e un modo di descrivere gli eventi legati all’omicidio particolarmente “fuori dagli schemi”.
I comportamenti osservati e le parole pronunciate dall’imputato hanno portato i tre medici a suggerire che, durante l’omicidio, il suo stato mentale fosse gravemente alterato e soggetto a psicosi; condizione che perdurerebbe anche al momento, impedendo un normale sviluppo processuale.
Accolta la perizia psichiatrica, nella giornata di venerdì la corte ha dettato una nota in cui si afferma l’infermità mentale di Abner Aquilina nel momento in cui è stata commessa violenza.
Dopo aver esaminato le prove, a questo punto, il procuratore generale deciderà se tenere un processo per infermità mentale o se proseguire con un processo normale, in cui lo stato psicologico sarà affrontato tra le altre componenti del caso.
L’udienza proseguirà il 15 luglio, mentre la famiglia di Paulina Dembska, la giovane studentessa polacca violentata e strangolata a morte ad inizio anno, aspetta ancora tutte le risposte dovute.