Si è tenuta venerdì mattina, presso il Tribunale di Gozo, la prima udienza per la raccolta delle prove nel caso di Rita Ellul, la 49enne di Iklin che lo scorso 26 febbraio è stata trovata senza vita nel letto dell’abitazione gozitana del compagno, Lawrence Abina, 30enne di origine ghanese, principale sospettato dell’omicidio avvenuto per asfissia, come confermato dai risultati dell’autopsia che hanno smentito i primi rilievi degli inquirenti che pensavano si fosse trattato di morte per cause naturali.
Comparso davanti ai magistrati la scorsa settimana, Abina si è dichiarato non colpevole della morte della donna; una posizione che non combacia con la testimonianza resa oggi da un ispettore di Polizia che avrebbe dichiarato di aver assistito alla confessione resa spontaneamente dell’imputato mentre fumava una sigaretta in attesa di accedere alla stanza degli interrogatori. Abina infatti avrebbe dichiarato all’Ufficiale di essere proprio lui il colpevole dello strangolamento di Ellul.
La ricostruzione dei fatti fornita dall’ispettore di Polizia e riportata da Times of Malta, parla di un rapporto di lungo corso tra Lawrence Abina e Rita Ellul, dove quest’ultima era solita recarsi presso l’appartamento dell’imputato per trascorrere dei fine settimana insieme. Il giorno della tragica morte della donna, sarebbe stato proprio Abina a chiamare i soccorsi, raccontando di essere rientrato dal lavoro ed aver trovato la sua compagna senza vita. I sospetti emersi in seguito alla scoperta dell’orario e delle reali cause che hanno portato alla morte della donna, avvenuta per asfissia dovuta a pressioni esercitate sul collo, hanno però restituito un quadro ben diverso.
Quella che il 30enne ghanese ha descritto come una “relazione senza problemi”, aveva già mostrato in passato di celare dei punti oscuri, emersi con una denuncia a carico dell’uomo sporta proprio da Ellul stessa, nel 2020, con la pesante accusa di violenza domestica. Un procedimento mai indagato perché rimasto in sospeso nelle aule di tribunale.
Abina ed Ellul avrebbero in realtà avuto da sempre una storia tormentata, fatta di bugie e tradimenti e, secondo quanto raccontato dall’ispettore di Polizia, sarebbe stato proprio il sospetto di un tradimento ad aver innescato nella mente del 30enne, quella maledetta mattina del 26 febbraio, la scintilla che ha portato l’uomo a fare presa sul collo di Ellul fino a strapparle l’ultimo respiro di vita.
Lawrence Abina sarebbe infatti crollato davanti a due ispettori di Polizia nel corso degli interrogatori, ammettendo di aver persino premeditato di uccidere la donna già la sera prima, tormentato dall’idea che la sua compagna potesse averlo tradito. Pensieri che lo hanno accompagnato fino alle 7 del mattino del giorno dopo quando, prima di recarsi sul posto di lavoro dove è giunto con 45 minuti di ritardo, si sarebbe avventato sulla donna strangolandola a morte. Solo al ritorno da lavoro, poco dopo le 12:00, avrebbe chiamato i soccorsi. Il tutto sarebbe testimoniato dall’analisi dei filmati delle telecamere di sicurezza analizzati dagli inquirenti.
Il procedimento a carico di Abina proseguirà la prossima settimana.