Jeremie Camilleri si è dichiarato colpevole dell’omicidio di Pelin Kaya, ammettendo di averla investita con il suo Suv a Gzira, infierendo poi su di lei lanciandole dei mattoni. L’ammissione è arrivata a sorpresa nel corso dell’udienza di questa mattina in Tribunale, dopo oltre un anno in cui il 34enne franco-maltese (con numerosi precedenti penali alle spalle) ha sempre respinto le accuse di omicidio volontario, nonostante le evidenze e le numerose testimonianze di quanto avvenuto la sera di quel maledetto 18 gennaio 2023.
Ora lo si può dire senza usare il condizionale: Jeremie Camilleri si è messo alla guida della sua Bmw X6 (intestata alla madre) imbottito di alcool e cocaina, finendo per colpire una stazione di servizio e subito dopo investendo la 30enne di origini turche, proprio il giorno del suo compleanno. Non contento, in preda al delirio, è sceso dalla macchina e ha iniziato a inveire contro la giovane agonizzante a terra, lanciandole addosso dei mattoni della vetrina del fast food KFC, contro la quale si è schiantato dopo aver travolto la ragazza. Subito dopo, ha ferito gravemente una seconda donna presente sul luogo dell’incidente, sfondandole la testa con una pietra. Il tutto davanti a testimoni e ad alcune telecamere a circuito chiuso che hanno ripreso la scena. Camilleri è stato poi fermato dalla polizia, ricorrendo all’uso del taser per immobilizzarlo.
Ora, finalmente può accadere ciò che la famiglia della vittima ha sempre auspicato: il massimo della pena per l’assassino. Ma nonostante ciò la sorella della giovane designer d’interni, Derya, non riesce ancora a trovare pace per quanto accaduto: «Non riesco a provare sollievo per la confessione dell’assassino di mia sorella; sono consapevole che nessuno è interessato a proteggerlo, e spero passi in carcere il resto dei suoi giorni. Lui è un diavolo, e merita l’ergastolo».
Con la dichiarazione di colpevolezza, ora il caso passerà nelle mani del giudice del Tribunale penale, che emetterà la condanna per il reo confesso Camilleri. Stando a quanto riportato dai media maltesi, pare che gli avvocati difensori dell’imputato abbiano trovato un accordo con la famiglia Kaya sulla condanna, che potrebbe arrivare davvero fino all’ergastolo. Un eventuale patteggiamento potrebbe però significare una pena ridotta, seppur molto lunga.
Secondo i legali della famiglia della vittima, la dichiarazione di colpevolezza di Camilleri ha portato a tempi processuali più brevi, risparmiando ulteriore dolore alle persone che amavano Pelin: «Niente potrà alleviare il dolore – ha affermato l’avvocato Shazoo Ghaznavi a Times of Malta – la confessione non riporterà indietro Pelin, ma almeno i famigliari non dovranno volare a Malta per le udienze in tribunale e riaprire quella ferita ogni volta».