Il patteggiamento per l’omicidio volontario di Pelin Kaya non è servito a niente per Jeremie Camilleri. Il 34enne è infatti stato condannato a 40 anni di reclusione, anziché 37 concordati dai suoi legali difensori con i rappresentanti della famiglia della vittima.
La sentenza è stata emessa nella giornata odierna dal giudice Consuelo Scerri Herrera, comminandogli anche una multa di 5.000 euro, oltre alle spese giudiziarie di 20.000 euro, più la sospensione a vita della patente. Il giudice ha espresso la convinzione che sarebbe stata “giustificata” anche una condanna più severa, impossibile tuttavia da infliggere a causa dell’assenza dell’atto d’accusa definitivo.
La corte ha inoltre posto l’accento sulla personalità violenta di Camilleri, rimarcando la gravità delle sue azioni ed evidenziando come il suo comportamento sia inaccettabile nella società. L’imputato non si è infatti “limitato” a travolgere e uccidere Kaya, ma anche ad aggredire altre persone presenti sulla scena e porre resistenza all’arresto, costandogli il massimo della pena possibile.
Camilleri, che inizialmente si era dichiarato non colpevole, ha cambiato poi posizione ammettendo l’omicidio volontario della giovane, dopo aver raggiunto un accordo con la famiglia della vittima. La corte ha preso atto della sua confessione anticipata, nonostante fosse avvenuta un anno dopo l’incidente. Interessante è il riferimento al patteggiamento proposto dalla difesa e dall’accusa, che suggeriva una pena detentiva di 37 anni e una multa di 2.000 euro, non ritenuta però adeguata dal giudice.
Il caso ha suscitato grande clamore a Malta, con veglie e manifestazioni di solidarietà nei confronti della famiglia di Kaya. I parenti della vittima, presenti in aula durante la lettura della sentenza, hanno espresso il proprio dolore e la speranza che Camilleri paghi appieno per il suo crimine.
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola che, tramite Facebook, ha inviato un pensiero alla giovane designer d’interni vittima della follia di Camilleri, dichiarando: «Oggi, mentre le notizie si concentrano sull’assassino e sulla sua condanna, per favore, ricordatela».
La tragedia si è consumata il 18 gennaio 2023, quando Camilleri a bordo di un Suv travolse Pelin Kaya che stava rientrando a casa lungo Triq Testaferrata a Gzira, appena dopo aver festeggiato il suo 30esimo compleanno. Uscito dal veicolo, l’individuo ha raccolto delle pietre e le ha lanciate sul corpo della giovane agonizzante a terra, per poi aggredire altre persone ferendo gravemente una seconda donna. Per fermarlo, la polizia ha dovuto ricorrere all’uso del taser.
Gli esami del sangue hanno poi rivelato che Camilleri era imbottito di alcol e cocaina al momento del delitto, con ulteriori tracce di cocaina trovate nella sua auto. Questi dettagli hanno contribuito a delineare il profilo di un individuo estremamente pericoloso e imprevedibile. Lo stesso omicida aveva dichiarato di essere uno psicopatico, e di andarne fiero.