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Torna in tribunale il caso dell’omicidio di Paulina Dembska, che vede come principale indiziato il 20enne di Zejtun, Abner Aquilina.
Come raccontano i media maltesi, in aula è stato ascoltato questa mattina il medico patologo Mario Scerri, che ha rivelato nuovi ed agghiaccianti dettagli sulla fine della giovane polacca, brutalmente uccisa il 2 gennaio scorso presso gli Independence gardens di Sliema.
Scerri afferma che la ragazza sarebbe stata vittima di una violenza inaudita. L’assassino l’avrebbe infatti picchiata selvaggiamente, causandole ferite gravissime. Gli esami sul corpo della vittima avrebbero rilevato una vistosa lacerazione sul collo, causata da graffi e dalla pressione della sciarpa che l’omicida avrebbe usato per strangolarla.
Non solo: chi ha posto fine alla sua vita, l’avrebbe poi bloccata con le ginocchia, violentandola sessualmente. Un gesto talmente aggressivo che avrebbe causato alla vittima anche varie lacerazioni vaginali. Lo stupro è stato dimostrato anche grazie alla presenza di liquido seminale sulle spoglie della giovane.
La cosa peggiore, se può esserci qualcosa di ancora più orribile in questa atroce e terribile morte, è lo stato di coscienza della vittima durante l’aggressione. Secondo Scerri la ragazza avrebbe infatti vissuto tutta la violenza in uno stato vigile, lottando contro l’aggressore fino alla fine per sopravvivere. Il medico ha infine affermato che la 29enne di origini polacche sapeva che stava per morire. Una fine che sarebbe arrivata a causa di una forte pressione al collo che le ha occluso le vie aeree, provocandole anche la rottura di alcune ossa. Un’aggressione di estrema brutalità commentata dal patologo con queste parole: «Nemmeno le persone che si impiccano si rompono quelle ossa del collo».
Nelle precedenti udienze che si sono intervallate nel corso dei mesi, la pericolosità di Abner Aquilina era emersa già a più riprese. Giudicato in prima battuta da un team di esperti come “in un grave stato di psicosi al momento del crimine”, un’altra perizia psichiatrica effettuata lo scorso mese da una seconda squadra di professionisti aveva stabilito che il ventenne era “lucido durante l’assassinio della giovane donna polacca e perfettamente in grado di sostenere un processo”.
L’arresto di Abner Aquilina avvenne poco dopo l’omicidio in una chiesa a Balluta, dove lo stesso giovane si era introdotto dando segni di squilibrio davanti ai fedeli presenti.
Durante il processo è inoltre emerso che l’imputato non sarebbe nuovo a casi di violenza, con diverse accuse di molestie ai danni di altre donne a suo carico.