È tornato in aula il processo a carico di Noel Azzopardi, il 39enne sospettato di aver ucciso a colpi di arma da fuoco il concittadino Eric Borg, trovato senza vita in Triq Fidloqqom a Rabat nella giornata di Capodanno.
Secondo quanto emerso in aula e riportato dai media locali, si apprende che il presunto omicida ha alle spalle delle denunce legate a presunte aggressioni ed episodi di violenza, e per diverso tempo è stato sottoposto a cure psichiatriche che, nel 2012, l’hanno portato anche ad essere ricoverato all’ospedale Mount Carmel per tre mesi.
A testimoniare è stata la volta di un agente di polizia intervenuto per primo sulla scena del crimine attorno alle 15:30 del 1 gennaio, trovandosi di fronte al corpo di Borg riverso a terra con accanto le chiavi dell’auto ed il telefonino, raggiunto da colpi di arma da fuoco sparati a distanza ravvicinata alla schiena e al lato destro dell’addome, ma senza che il fucile entrasse in contatto con il corpo.
L’autopsia ha chiarito che il decesso è sopraggiunto a causa del dissanguamento provocato dai proiettili che non hanno lasciato scampo alla vittima, mentre sul volto sono stati rilevati dei lividi riconducibili alla caduta sul marciapiede, dato che il 27enne è stato trovato con il capo rivolto verso il basso.
Due ore dopo la tragedia, Azzopardi ha fatto il suo ingresso presso la caserma di Rabat accompagnato da due famigliari, come confermato in aula da altri agenti di polizia, dichiarando di aver avuto un battibecco con Borg al campo (i due hanno un terreno agricolo confinante) e, incalzato dalle domande del poliziotto, il sospettato avrebbe concluso il racconto facendo riferimento ad una sorta di “sparatoria” prima di essere posto in stato di arresto.
Scavando nel passato di Noel Azzopardi, che continua a dichiararsi non colpevole di omicidio volontario, è emersa la presenza di alcune denunce, la prima delle quali risalente al luglio del 2011, quando una donna lo accusò di violenza sessuale.
Poi, a seguire, altri esposti legati a violenza domestica e lievi lesioni personali sempre a carico del sospettato che, a sua volta, ne aveva presentati altri relativi lo smarrimento di alcuni oggetti o delle auto parcheggiate in maniera impropria nei pressi del suo terreno.
In aula è stata anche scandagliata la storia clinica di Azzopardi dalla quale è emerso che il 39enne era stato ricoverato all’ospedale psichiatrico Mount Carmel nel luglio 2012, dove è rimasto in cura per tre mesi per curare gli scatti d’ira e i comportamenti aggressivi, e per tornare ad assumere farmaci con regolarità.
Il perito del tribunale incaricato di analizzare le cartelle cliniche ha dichiarato che l’imputato ha avuto dei colloqui con uno psichiatra a partire dal 2016 e negli anni successivi, tuttavia lo stesso medico non aveva lasciato alcuna annotazione nei documenti relativi al paziente.
Chiarezza è stata fatta anche sulla questione del tumore che Azzopardi sviluppò da piccolo. Si trattava di un angiofibroma asportato dalla parte superiore della gola quando aveva quattro anni. Fu di nuovo operato negli anni successivi, ma il paziente non subì conseguenze neurologiche né danni al cervello.
Nonostante i problemi psichiatrici, un sergente di polizia ha testimoniato che l’imputato aveva effettivamente sei fucili intestati e suo nome, tutti confiscati dopo l’omicidio. Times of Malta ha riportato l’elenco: un Huglus, un Benelli, un Browning, due Beretta e un Luigi Franchi.
La raccolta prove del processo a carico di Noel Azzopardi per l’omicidio di Eric Borg dovrebbe tornare in aula entro fine mese.