Nuovi e terrificanti risvolti sull‘omicidio di Roger Dudley-Ward, il sessantenne che ha perso la vita tra i gradini del Munchies bar di Triq it-Turisti (Bugibba) a seguito di un litigio con il proprietario del locale, il 59enne David Busuttil, accusato di omicidio volontario, lesioni aggravate, disturbo della quiete pubblica ed occultamento di prove.
Proprio nella giornata di lunedì in tribunale il magistrato ha raccolto le testimonianze contro il 59enne, interrogando un sergente di polizia di stanza quella notte a Qawra, il quale ha riferito alla corte come le forze dell’ordine fossero state informate da un uomo presente sulla scena del crimine riguardo alcune anomalie della versione circolata inizialmente.
L’informatore stava bevendo con Dudley-Ward quando è scoppiata la discussione con Busuttil che, non appena la vittima si era chinata per raccogliere il cellulare caduto negli istanti precedenti dalla tasca dei pantaloni, l’avrebbe aggredita assestando numerosi calci al volto dell’uomo inerme.
Sempre dalla ricostruzione offerta dal poliziotto, inoltre, una volta ascoltato il testimone le forze dell’ordine sono accorse al bar dove risultavano ancora evidenti le tracce di sangue all’esterno del locale di Bugibba.
Solo in seguito la polizia ha provato a contattare telefonicamente Busuttil, senza ottenere però risposta, fino a quando non si è presentato all’interrogatorio con il proprio avvocato nonostante fosse, almeno inizialmente, convocato unicamente in qualità di testimone della vicenda.
A quel punto la versione del proprietario del locale ha iniziato a stridere con quella dell’informatore.
Infatti, Busuttil raccontò come la lite fosse nata a causa della vittima che avrebbe aggredito verbalmente il titolare del locale. Sempre secondo questa versione, inoltre, in seguito alle prime scaramucce verbali, Dudley-Ward si sarebbe anche acceso uno spinello di fronte al bar e tossito nel suo bicchiere, scatenando la reazione del proprietario del Munchies che gli avrebbe intimato di andarsene.
Proprio a questo invito la vittima avrebbe reagito malamente dando inizio allo scontro con Busuttil, fino a scivolare “in qualche modo” dalle scale del locale.
La versione dell’uomo originario di Rabat, però, non convinse a fondo gli inquirenti che, durante l’interrogatorio, hanno requisito la maglietta indossata dal 59enne, ancora intrisa di tracce di sangue.
Interrogato sulla vicenda, anche Shane Eagle, un amico della vittima presente al momento dello scontro, ha ripetuto la versione fornita dal testimone, confermando di aver visto il barista colpire ripetutamente il volto di Dudley-Ward.
Un’ulteriore testimonianza è stata portata alla corte da un sergente della Squadra Omicidi, il quale, quella notte, era accorso sul luogo della colluttazione trovando il locale chiuso notando, però, come le telecamere a circuito chiuso della zona coprivano interamente il perimetro del Munchies bar.
Proprio di rientro alla stazione di polizia il sergente avrebbe incontrato Busuttil, trattenuto preventivamente in custodia, e sul quale avrebbe riferito un particolare che potrebbe rivelarsi fondamentale nella risoluzione delle indagini:
«Ad un certo punto il cellulare di Busuttil ha iniziato a squillare. Quando ho controllato chi fosse, ho visto che il contatto era salvato come “Mark Genovese telecamere CCTV”»
Grazie anche alla testimonianza di Genovese, una volta recatosi sul posto, il sergente ha constatato come le telecamere a circuito chiuso fossero installate anche all’interno della struttura.
Al termine della seduta il tribunale ha trasmesso gli atti al procuratore generale che, a settembre, sarà chiamato a decidere se emettere un atto di accusa o rinviare gli atti per raccogliere ulteriori prove richiedendo con tutta probabilità i nastri delle telecamere per far luce sulla vicenda.