Si è aperto lunedì in tarda serata il processo che vede coinvolte cinque persone con l’accusa di sequestro di persona in una faccenda presumibilmente legata a dei furti di auto.
Il caso sarebbe avvenuto lo scorso venerdì 21 gennaio, quando gli imputati, tutti tra i 20 ed i 28 anni, avrebbero acciuffato e caricato la vittima su un furgone davanti al suo garage di Rabat, diretti verso Paola. L’uomo però è riuscito a scappare verso una stazione di servizio dove ha chiamato la Polizia.
Gli imputati lavorano tutti nel settore del noleggio auto e conoscono la vittima, con la quale uno di loro aveva avuto infatti dei rapporti di lavoro in precedenza, tanto che sono stati tutti riconosciuti proprio dalla vittima stessa, e la testimonianza è stata confermata dalle telecamere che hanno ripreso la scena. La ragione del rapimento, secondo gli avvocati della difesa, sarebbe proprio il presunto furto di sei veicoli sottratti da parte della vittima ad uno degli imputati quando lavoravano assieme.
Le generalità, diffuse dai media locali, vedono il 28enne Christian Borg, di Swieqi, il 27enne Thorne Mangion, di Qormi, il 26enne Tyson Grech, di Senglea, il 20enne Burton Azzopardi, di Cospicua e l’altro 20enne Jeremy Borg, di Qormi accusati di aver sequestrato e trattenuto contro la sua volontà un uomo, oltre al furto di un cellulare e di 1.000 euro in contanti, associazione a delinquere e minacce oltre i limiti della provocazione.
Per tre di loro, i capi di accusa si fanno più pesanti a causa dei precedenti penali già in corso; Christian Borg è stato infatti accusato anche di recidiva, Burton Azzopardi di violazione di due decreti di cauzione e recidiva, Jeremy Borg di violazione della libertà su cauzione mentre era in sospensione di pena e recidiva.
Nessuno di loro ha risposto alle domande degli inquirenti durante gli interrogatori e, davanti al Giudice, si sono dichiarati “non colpevoli”.
Il magistrato ha convalidato gli arresti dei cinque giovani, negando la libertà su cauzione richiesta dagli avvocati della difesa a causa della gravità delle accuse ed al fatto che alcuni degli imputati avevano già violato i mandati precedenti.