Pare non aver mostrato alcun rimorso davanti al giudice Glen Farrugia, l’imprenditore edile a capo di J&G Farrugia, l’azienda per la quale lavorava Jaiteh Lamin, l’uomo originario del Ghana che lo scorso martedì è stato trovato gravemente ferito ai bordi di una strada nelle periferie di Mellieha.
Trentuno anni il primo, trentadue il secondo, ma a dividerli c’è un abisso di sprezzante cattiveria umana, profondo almeno tanto quanto il salto dal secondo piano presso il cantiere dal quale è precipitato Lamin, incidente che l’ha portato ad essere scaricato agonizzante per strada da chi invece doveva per diritto prendersi cura di lui in quanto suo datore di lavoro, e che invece non l’ha né protetto né aiutato.
Nel corso dell’udienza che si è svolta giovedì in Tribunale, Glen Farrugia ha dovuto rispondere di ben venti capi di accusa che comprendevano una serie di violazioni delle leggi sul lavoro, salute e sicurezza, aggravate inoltre dall’accusa di aver tentato di occultare il fatto rimuovendo l’uomo ferito dalla scena dell’incidente e, con la scusa di trasportarlo in ospedale, l’ha poi abbandonato sul ciglio di una strada poco distante dal sito in costruzione.
Secondo quanto riporta Times of Malta, l’imputato si è dichiarato non colpevole e, oltre a non aver collaborato con la polizia, non ha nemmeno mostrato il minimo rimorso rispetto all’accaduto.
Il Tribunale ha negato all’uomo la libertà su cauzione richiesta dai suoi difensori, preoccupato che Farrugia potesse manomettere nuovamente le prove, in attesa della testimonianza della vittima che si trova ora in ospedale dopo aver riportato diverse fratture tra le quali la lesione alla spina dorsale.
L’imprenditore edile dovrà quindi ora difendersi da accuse che vanno dall’assunzione irregolare di dipendenti alla mancata garanzia di sistemi di protezione sul luogo di lavoro.
Intanto sui social, continua l’azione di sensibilizzazione sul caso da parte di Caroline Galea, la donna che, dopo aver prestato soccorso, per prima ha diffuso sul web la vicenda di Jaiteh Lamin facendo ora emergere la preoccupazione dell’uomo, sposato e padre di due figli che manteneva la famiglia con il suo lavoro, 50 euro per undici ore nei cantieri.
A causa delle ferite riportate, Lamin non sa se potrà più lavorare. Per questo è stata lanciata una raccolta fondi a supporto dell’ennesima vittima di un sistema senza scrupoli.