Una giornata quella di ieri che potrebbe segnare uno “strappo” tra i tribunali maltesi e quelli italiani dopo la decisione di negare l’estradizione a Marco German, 59enne residente a Kalkara, tra i nominativi emersi nell’ottica dell’Operazione “Olimpo” che lo scorso 26 gennaio ha dato luogo al blitz coordinato dalla Dda di Catanzaro consentendo di assicurare alla giustizia 56 sospettati di associazione a delinquere di stampo ‘Ndranghetista, permettendo inoltre alle autorità italiane di mettere le mani su beni per un valore superiore ai 200 milioni di euro.
Nella lista dei nominativi coinvolti in reati tra i quali estorsione, porto e detenzione illegale di armi, sequestro di persona, trasferimento fraudolento di valori e, appunto, associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione ed al riciclaggio di macchine agricole, oltre a German appare anche un altro cittadino maltese, William Mc Manus, 56 anni, oggi libero su cauzione dopo l’arresto avvenuto proprio nel Belpaese.
Comparso in tribunale accompagnato dalla famiglia, Marco German, sulla cui testa pende un mandato d’arresto europeo (MAE) che ne richiede l’estradizione, è accusato del presunto coinvolgimento in un racket di veicoli rubati in Italia e destinati in altri Paesi come Malta e Romania, gestiti direttamente da alcuni leader della criminalità organizzata.
I suoi difensori hanno presentato formalmente richiesta alle autorità italiane per ottenere informazioni integrative spiegando come, al momento, sia poco chiaro il ruolo dell’uomo nelle trame dell’Operazione Olimpo, se non in qualità di autista dei macchinari rubati, una tipologia d’accusa ritenuta dalla difesa non sufficiente per richiedere l’estradizione.
Inoltre, secondo il resoconto dei media locali, a fronte di una fedina penale “immacolata”, i legali di German avrebbero contestato la natura del mandato d’arresto europeo diramato dalla procura di Catanzaro definendolo letteralmente “frivolo” se non “avventuroso”, sostenendo che i tribunali locali non avrebbero mai emesso un MAE in tali circostanze.
Con l’imputato che si è dichiarato fin da subito innocente e contrario alla richiesta di estradizione per essere giudicato in Italia, il tribunale ha scelto di concedergli la libertà su cauzione con un deposito pari a 3.000 euro ed una fideiussione del valore di 10.000 euro, imponendo inoltre la consegna dei documenti validi per l’espatrio come la carta d’identità e il passaporto, ed optando per l’obbligo di firma presso la stazione di polizia di Cospicua.