Al centro dell’ultimo presunto racket multimilionario su vasta scala ci sarebbero centinaia di ignari turisti stranieri che, per anni, si sarebbero visti accreditare multe per infrazioni stradali mai commesse durante il loro soggiorno sul territorio, guidando macchine noleggiate dalle stesse società che avrebbero trattenuto loro i soldi delle ammende una volta lasciato l’arcipelago, con la complicità dei massimi funzionari della Local Enforcement System Agency (LESA), l’agenzia di supporto alla Polizia locale.
Questo avrebbe inoltre parallelamente permesso di far “felici” i cittadini maltesi di schieramento laburista che quelle infrazioni stradali le avrebbero sì realmente commesse, ma rivolgendosi a funzionari di alto livello all’interno della LESA dotati di accesso remoto ai server del sistema, sarebbero riusciti a farla franca evitando le sanzioni e conservando intatti i punti della patente, anche quelli scalati ai turisti.
Trattandosi però di documenti di guida stranieri non riconosciuti dal sistema locale, i punti non sarebbero mai stati effettivamente decurtati, rendendo lo schema più sofisticato e “subdolo”. Il complesso raggiro avrebbe così sottratto milioni di euro dalle casse dello Stato, finiti in quelle delle società di autonoleggio.
Si struttura sommariamente così la seconda “bomba” lanciata questo mese da Jason Azzopardi, avvocato ed ex parlamentare nazionalista che ha chiesto l’urgente avvio di una inchiesta della magistratura sulla presunta maxi-frode che parla ancora di corruzione all’interno di un’agenzia statale e tra i suoi massimi funzionari, oltre alle compagnie di noleggio auto.
Secondo Azzopardi, il Ceo della LESA, Svetlick Flores, e il responsabile dell’assistenza clienti, Neville Camilleri, avrebbero manipolato il sistema informatico dell’agenzia per trasferire ed addebitare illegalmente multe e punti delle patenti da decurtare ai veicoli noleggiati dai turisti, dopo essere stati contattati dagli automobilisti maltesi sanzionati per infrazioni al codice stradale. Per farlo, i due avrebbero utilizzato una “backdoor” che garantiva loro un accesso indisturbato al sistema informatico dell’agenzia.
Il racket avrebbe consentito quindi agli automobilisti del posto di risparmiare sulle multe e mantenere intatti i punti della patente, mentre le società di autonoleggio del circuito avrebbero gonfiato le proprie tasche prelevando l’importo delle sanzioni dai depositi dei turisti, inconsapevoli di (non) aver infranto la legge della strada e che, per evitare di perdere il volo di rientro, avrebbero accettato di pagare la multa tramite addebito diretto sulla carta di credito utilizzata per il deposito, senza contestarla. A perderci non sarebbero però stati solo i turisti, ma anche le casse dello Stato, per diversi milioni di euro.
Un altro meccanismo fraudolento illustrato nella denuncia di Azzopardi presentata in tribunale parla della presunta falsificazione delle firme dei turisti sui documenti stipulati con le società di autonoleggio, per far sembrare che avessero acconsentito al trasferimento dei punti di penalità della patente. Secondo il legale, Flores e Camilleri si sarebbero occupati anche di questo, avendo pieno accesso a questa documentazione.
In cambio di tutti questi “favori”, i due avrebbero ricevuto soldi, e Camilleri pure dei regali. Quest’ultimo è anche consigliere locale di Paola nella lista laburista e, durante la campagna elettorale per le recenti elezioni amministrative, avrebbe detto alla gente in piazza di essere in grado di “dare una mano” a chiunque avesse ricevuto multe e decurtazione dei punti della patente. Secondo Azzopardi, dal 2021 centinaia di persone sarebbero state indirizzate negli uffici di Camilleri per questo scopo, con il benestare di Flores.
L’istanza presentata dal legale chiede l’avvio di una inchiesta magistrale incentrata in particolare su Flores e Camilleri e sui reati di associazione a delinquere, frode documentale, falsa attestazione ad un’autorità pubblica, uso improprio dei computer, abuso d’ufficio, traffico di influenze illecite e riciclaggio di denaro.
Azzopardi ha anche accusato il ministro dell’Interno Byron Camilleri e il Primo Ministro Robert Abela di essere a conoscenza del racket e di non aver fatto nulla per fermarlo. A questo proposito, ha riferito che quest’estate la nipote del ministro Camilleri era stata assunta come lavoratore stagionale alla LESA, ma avrebbe trascorso l’intero periodo nel Ministero guidato dallo zio, mentre parallelamente altri due funzionari impiegati a tempo pieno nell’agenzia non si sarebbero presentati per mesi in ufficio, se non per le documentazioni utili a incassare lo stipendio.
La “fretta” di avviare l’inchiesta sorge dal timore dei presunti recenti tentativi di cancellare le prove all’interno dei sistemi della LESA, dopo che qualcuno avrebbe mangiato la foglia. Ai dipendenti dell’agenzia sarebbe stato chiesto di firmare con urgenza una dichiarazione di “assenza di conflitto di interessi”, che il legale interpreta come una mossa per evitare che qualcun altro dall’interno faccia trapelare ulteriori informazioni sul racket.
Tra gli informatori di Azzopardi vi sarebbero infatti lavoratori legati all’agenzia, ma anche gente all’interno del Partito laburista, oltre a società di autonoleggio private tanto spaventati da chiedere incontri nella totale segretezza che si susseguirebbero da ottobre 2023.
Il caso richiama l’attenzione su una serie di gravi scandali di corruzione emersi a Malta negli ultimi anni, tra cui l’accordo truffa sulla privatizzazione degli ospedali pubblici, la vendita della cittadinanza maltese in cambio di tangenti e lo scandalo carte d’Identità vendute a cittadini stranieri.
Nel frattempo la LESA, finita sotto i riflettori già negli anni passati con l’accusa di aver “fatto sparire” dal sistema centinaia di multe per la casta, tramite il suo amministratore delegato Flores, ha negato con fermezza ogni accusa, dichiarando ai media maltesi che i punti della patente vengono decurtati a seguito di «una serie di controlli», aggiungendo che i funzionari interpellano la polizia ogni volta che si trovano al cospetto di documenti presumibilmente contraffatti. Inoltre, i moduli di consenso al trasferimento dei punti devono essere fisicamente consegnati all’agenzia, oppure trasmessi online. La LESA ha infine offerto massima collaborazione per ogni indagine.
Allo stesso modo, anche il Premier Abela e il ministro Byron Camilleri hanno rigettato ogni accusa dichiarando privo di fondamento l’attacco di Azzopardi, un tentativo di gettare fango e minare l’integrità.