Si è concluso con l’assoluzione il procedimento a carico di Steve Grima, negoziante 47enne di Sliema, accusato di omicidio colposo per aver venduto alcolici a Julia Marra, quindicenne italiana che, in stato di ebbrezza, precipitò dal balcone di casa di un’amica situato al quarto piano nel complesso di Fort Cambridge.
La tragedia si consumò il 12 maggio del 2020, quando la vittima e un’amica, entrambe minorenni, trascorsero una giornata insieme conclusasi nel peggiore dei modi. Secondo le ricostruzioni fornite in aula dalla testimone amica della vittima, le due ragazze si incontrarono nell’appartamento di Tigné Point, per poi dirigersi verso una spiaggia di Sliema e acquistare alcolici da un minimarket lungo The Strand, che l’amica ha indicato come quello di Grima.
Acquistarono una bottiglia di vino, birre e della vodka, proseguendo poi per una seconda spiaggia dove consumarono gli alcolici prima di tornare a casa.
Una volta nell’appartamento, Marra si sentì male, lamentando capogiri che cercò di placare rinfrescandosi il viso in bagno. L’amica ha ricordato che la vittima era in preda al panico per paura di essere rimproverata dai genitori che la continuavano a cercare al telefono, e in lacrime, come sarebbe stata solita essere ogni volta che assumeva alcolici.
Uscì sul balcone della stanza dell’amica per prendere aria, con la testimone che ha dichiarato di averla accompagnata, salvo poi allontanarsi un istante per rientrare a mettere in carica il telefono. Proprio in quel momento si verificò la fatalità.
La giovane ha ricordato di aver udito un forte tonfo: Marra era precipitata dal balcone al quarto piano, trovando la morte sul colpo a causa di gravi traumi cranici.
La madre dell’amica, presente in casa in quel momento, ha dichiarato in tribunale di aver udito un forte rumore mentre stava recandosi a fare una doccia, e di aver poi scoperto dell’incidente. Allertata dalla figlia, si precipitò nel cortile del complesso residenziale dove si trovava il corpo della 15enne, chiamando subito i soccorsi, purtroppo inutili. Nel frattempo, i genitori di Marra, che stavano cercando di contattarla, sono stati avvisati dalla polizia.
Durante il processo, il tribunale ha analizzato se ci fosse un collegamento diretto tra la vendita di alcolici a delle adolescenti da parte di Grima e la caduta della ragazza. Un esperto ha rilevato tracce di vomito sul bordo del balcone, ipotizzando che Marra, nel tentativo di rimettere, abbia perso l’equilibrio e sia caduta.
La perizia ha confermato la presenza di alcol nel sangue della vittima, assunto poco prima della tragedia, che probabilmente aveva alterato il suo equilibrio e la capacità di valutazione, provocandone la caduta. Escluse ogni ipotesi di illeciti.
Nonostante la testimonianza dell’amica della vittima che ha dichiarato di aver acquistato alcolici da Grima, il tribunale ha notato incongruenze. È emerso che una delle bevande consumate quella sera era reperibile solo in un’altra catena di negozi.
Inoltre, la giovane non ha mai affermato di aver acquistato gli alcolici da Grima in persona, ma nel suo negozio, in cui era presente anche un altro uomo.
In conclusione, il giudice ha affermato che mancavano prove certe per attribuire a Grima la responsabilità diretta della tragedia, assolvendolo da ogni contestazione.