Il proprietario di un negozio di abbigliamento a Valletta, Joseph Camenzuli, è stato multato di 3.000 euro per aver “minacciato” su Facebook il Presidente della ONG Repubblika, Robert Aquilina.
Il negoziante utilizzando un profilo falso col nome di “Mario Borg”, ha commentato un post dello scorso marzo condiviso dal Presidente della ONG scrivendo: «stiamo zitti finché non ci fai arrabbiare… e mi hai già dato fastidio a Valletta e lascia che te lo dica, inizia ad avere paura quando sei solo a Valletta».
Il commento è costato a Camenzuli un’accusa di minaccia, con la conseguente comparizione in tribunale dinnanzi al magistrato Astrid May Grima.
Come riportato dai media locali, le indagini, condotte dall’ispettore della Divisione investigativa sui crimini finanziari (FCID) hanno fatto chiarezza sulla vicenda grazie anche all’incrocio dei dati forniti dalla piattaforma Facebook, utili a risalire all’intestatario del falso account. Infatti la polizia informatica, che ha testimoniato anche in aula, ha appurato che il numero di telefono utilizzato di proprietà dell’accusato è stato utilizzato per creare il finto profilo social.
In questo modo si è risalito agli IP da cui è stato effettuato l’accesso, risultati appartenere a Melita, che però non è stata in grado di fornire ulteriori informazioni essendo stati utilizzati IP “dinamici”.
L’avvocato difensore di Camenzuli ha spiegato che il gesto dell’uomo è stato dettato dall’esasperazione a causa delle varie proteste organizzate nei mesi precedenti da diverse ONG (tra cui anche Repubblika, di cui Aquilina ne è presidente), che hanno avuto ripercussioni negative sulla sua attività a Valletta nei pressi del Parlamento.
Camenzuli, già durante l’interrogatorio aveva ammesso di aver creato il falso profilo, spiegando che la sua reazione è stata una conseguenza alle manifestazioni in piazza dello scorso novembre che stavano colpendo le entrate economiche della sua attività, ma non aveva alcuna intenzione di fare del male ad Aquilina.
«Insistendo affinchè tutti si esprimessero contro Aquilina, ha dimostrato un odio che si è accumulato nel tempo. Questo è stato chiaro anche dalla creazione di un profilo falso. Un avvertimento amichevole non viene consegnato da un profilo falso con queste parole. L’intenzione era quella di incutere timore, e questo si evince dalle parole usate» ha sostenuto l’avvocato difensore di Aquilina, chiedendo al tribunale di provvedere alla sicurezza del denunciante, pronunciando un ordine di protezione.
La corte, dopo aver ascoltato le prove, ha dichiarato l’imputato colpevole di tutte le accuse tranne recidiva, e multato di 3.000 euro. Inoltre, il magistrato Grima ha emesso un’ordinanza restrittiva verso Aquilina, ed in caso di violazione sarà prevista per Camenzuli una sanzione di 2.000 euro, oltre ad ordine di protezione triennale a favore della vittima. Joseph Camenzuli, dal canto suo intende far ricorso contro la decisione del tribunale