Se l’è cavata con una sospensione condizionale della pena per due anni un uomo di 61 anni di San Gwann, dichiarato colpevole dal tribunale di aver tirato una testata alla moglie durante un violento litigio.
I fatti risalirebbero a qualche mese fa, con l’imputato che avrebbe testimoniato anche lo scorso gennaio, quando disse di aver già lasciato il tetto coniugale dopo che si erano create ulteriori tensioni con il fidanzato della figlia che frequentava casa, non visto di buon occhio.
La discussione tra i coniugi sarebbe nata dalla richiesta della donna di ricevere dei soldi per fare la spesa. L’imputato nega di averla aggredita, affermando di averla colpita al petto per sbaglio con un movimento improvviso. Secondo la sua ricostruzione, la donna si sarebbe avvicinata mentre lui era sul divano intento ad iniettarsi l’insulina, spaventandolo involontariamente. Da lì sarebbe scattato il gesto non voluto.
Una versione rigettata dalla donna, che in tribunale ha dato un altro racconto dei fatti. L’uomo l’avrebbe infatti aggredita volontariamente dopo che lei gli ha chiesto dei soldi per comprare dei detergenti, ricevendo in risposta urla ed una testata sui denti. Il colpo l’avrebbe poi fatta cadere sul divano, dove le si sarebbe conficcata la siringa per l’insulina nella coscia.
Secondo la testimonianza di un ispettore di polizia, dopo l’aggressione la donna si sarebbe chiusa in camera da letto per chiamare i soccorsi, con il marito che avrebbe prima tentato di entrare nella stanza, salvo poi allontanarsi da casa.
In aula è comparsa anche la figlia della vittima e dell’imputato. Stando a quanto affermato, lei e il fratello aiuterebbero spesso economicamente la madre, alla quale il marito darebbe solo 50 euro al mese poiché dipendente dal gioco d’azzardo.
Inoltre, l’imputato sarebbe già stato oggetto di denunce per violenza domestica, venendo però sempre perdonato dalla consorte.
Dopo aver valutato le testimonianze, il magistrato ha giudicato l’uomo colpevole di aver ferito la moglie, scagionandolo però dall’accusa di insulti e minacce nei suoi confronti a causa della mancanza di prove. L’uomo è stato rilasciato a patto che non commetta altri crimini per due anni.