È andato a buon fine l’appello presentato dalla Procura generale contro la decisione del tribunale di concedere nuovamente la libertà su cauzione a Mohamed Ali Ahmed Elmushraty, alias “Lilu King”, l’imprenditore ed ex pugile che sui social ama dare sfoggio della sua “vita da nababbo” tra auto di lusso e appartamenti in località esclusive, tanto da finire, nel 2023, nel mirino delle autorità fiscali.
Da lì, prese il via il lungo “scontro” con la legge che sostanzialmente portò il 32enne a fare fuori e dentro dal carcere, accusato di una serie di reati legati ad altrettanti episodi, tra cui aggressione, minacce, riciclaggio di denaro e traffico di droga.
L’ultimo risale allo scorso ottobre, quando Elmushraty finì in manette con l’accusa di aver minacciato e ferito un uomo a Sliema, violando al contempo le condizioni di libertà su cauzione ottenute in tre diversi procedimenti giudiziari.
Mercoledì scorso, il tribunale gli ha però concesso la libertà sotto una serie di rigide condizioni, tra cui il versamento di una cauzione pari a 30.000 euro più una garanzia personale di 100.000 euro, l’obbligo di firma due volte al giorno, il divieto di avvicinarsi ai testimoni dell’accusa e quello di lasciare il Paese.
Una scelta contestata dall’ufficio del Procuratore generale che si è immediatamente opposto a quanto deciso dal magistrato Caroline Farrugia Frendo, sottolineando proprio il lungo trascorso giudiziario di Elmushraty, già coinvolto in diversi procedimenti giudiziari per i quali ha pure violato più volte le condizioni di libertà su cauzione concessegli. L’accusa ha argomentato che, data la gravità delle contestazioni a suo carico, lasciare Lilu King in “libertà” rappresenterebbe un concreto rischio.
Come detto, Elmushraty si trova coinvolto in diversi guai con la giustizia. Tra gli ultimi, oltre a quello sopracitato, c’è quanto accaduto nel giugno 2024, quando fu multato per 10.000 euro dopo aver aggredito alcuni agenti di polizia durante un incontro di boxe a Ta’ Qali.
Ad agosto fu invece accusato di aver deliberatamente speronato un veicolo mentre guidava senza patente a Paceville, pestando l’individuo al volante. In quel caso scampò all’arresto a causa di un errore procedurale, ma comunque tutto ciò è accaduto mentre Lilu King si trovava in regime di libertà su cauzione.
Ora la decisione è passata nelle mani del giudice Edwina Grima che ha accolto l’appello presentato dalla Procura generale, revocando di fatto la libertà su cauzione a Elmushraty che tornerà così dietro le sbarre, almeno per il momento. Il 32enne, infatti, continua a proclamarsi non colpevole di ogni accusa lui contestata finora.
(photo credits: Facebook)
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