Venerdì mattina si è tornati in tribunale per far luce sulla tragedia che si è consumata il 6 maggio a Mosta e che è costata la vita a Faizan Muhammed (33) e Ali Abbas (41), entrambi di nazionalità pachistana e residenti a St. Paul’s Bay, a seguito del violento scontro con una Smart Fortwo, al cui volante vi era il 41enne Karl Vella Petroni.
Quest’ultimo è stato posto in stato d’arresto la stessa notte dell’incidente, dopo che la polizia aveva notato la presenza di segnali che lasciavano presagire che si fosse messo alla guida ubriaco e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, in particolare cannabis e cocaina, un sospetto in seguito confermato dall’etilometro e dal test antidroga.
Due giorni dopo l’incidente la polizia ha formalizzato le accuse all’indirizzo del 41enne di omicidio colposo, danneggiamento involontario a proprietà di terzi, guida in stato di ebbrezza e sotto effetto di droghe, guida pericolosa, mancanza di copertura assicurativa e, per finire, invasione di corsia.
Durante l’udienza sono stati ascoltati due testimoni della tragedia che alle 5:50 di quella fatidica mattinata assisterono all’accaduto, il primo mentre era alla guida della sua macchina a pochi metri dietro la motocicletta dei due pachistani, l’altro mentre faceva jogging in Triq iz-Zejfa.
Secondo i resoconti dei media locali, entrambi avrebbero identificato in Vella Petroni l’individuo al volante dell’auto responsabile della tragedia e, sempre entrambi, avrebbero confermato che la stessa viaggiava contromano.
Per l’uomo che stava facendo jogging, il mezzo dell’imputato viaggiava a “forte velocità” prima di sbandare, invadere l’altra corsia centrando in pieno le vittime, per poi finire la folle corsa su un marciapiede.
Mentre l’automobilista si è detto certo che se la Smart non avesse investito la motocicletta, si sarebbe sicuramente schiantata contro la sua vettura.
Anche un sergente della polizia accorso sul posto quella mattina ha confermato come addosso l’imputato vi era un forte odore di alcool e che, lo stesso, gli avrebbe raccontato di essersi precipitato fuori casa dopo che un suo amico aveva richiesto il suo aiuto.
Nonostante siano stati già ascoltati tutti i testimoni civili sul caso, il magistrato ha scelto di non concedere a Vella Petroni la libertà su cauzione in virtù delle precedenti ed analoghe condanne già presenti nella fedina penale dell’imputato, per il quale è stato inoltre emanato un ordine di supervisione temporanea e sarà anche sorvegliato da un agente incaricato di redigere un rapporto, in attesa della prossima seduta in programma tra due settimane.