Continua l’inchiesta pubblica istituita per far luce sulle responsabilità in merito al crollo dell’edificio in un cantiere edile di Kordin che lo scorso anno ha portato alla morte del giovane Jean Paul Sofia.
Secondo quanto affermato nella giornata di venerdì da alcuni alti funzionari della Building and Construction Authority (BCA), l’ente era all’oscuro del cantiere incriminato e non lo avrebbe affatto supervisionato in quanto, siccome i lavori non avevano alcun impatto su terze parti, il loro intervento non era necessario né tantomeno obbligatorio.
La morte di Sofia potrebbe quindi essere in parte anche attribuibile a una falla nei regolamenti, che di fatto permette alle aziende edili di operare in una sorta di oblio, in casi come questo senza sottostare ai controlli della BCA.
In sostanza, quando i progetti edilizi vengono depositati presso la Planning Authority, per la BCA non esiste alcuno strumento per venire a conoscenza dei cantieri in fase di partenza.
Un’eventuale comunicazione deve essere fatta direttamente all’ente dall’architetto titolare del progetto ma, come già detto, solo se i lavori andassero a influire su terze parti, cosa che il cantiere di Kordin dove è crollato l’edificio non contemplava.
Davanti alla commissione d’inchiesta, l’attuale presidente della BCA, Saviour Camilleri, ha però affermato che le cose a breve cambieranno. Nel prossimo futuro ogni costruttore dovrà infatti essere in possesso di una regolare licenza, così come i lavoratori dovranno essere qualificati in base al lavoro svolto, con la stessa BCA che avrà la facoltà di chiudere i cantieri non in linea con queste direttive.
Stando alle dichiarazioni, lo stesso ente regolatore sarebbe oberato di lavoro, con migliaia di segnalazioni da gestire con appena 17 ispettori operanti in tutto l’arcipelago.
L’ex presidente dell’autorità di regolamentazione, Maria Schembri Grima, ha riconosciuto che l’attuale situazione “anomala” dal punto di vista normativo e burocratico ha fatto sì che cantieri come quello di Kordin siano finiti in una sorta di “zona d’ombra”, e si è detta concorde sul fatto che anche i siti che non hanno impatto su terze parti dovrebbero essere soggetti comunque a supervisione.
A intervenire è stato anche l’Amministratore delegato della BCA, Jesmond Muscat, che ha parlato di altri aspetti che vedranno il potenziamento dell’ente, che partirà aumentando del 30% il numero di ufficiali operativi sul territorio.