Continua la lotta di Repubblika contro l’immobilismo delle forze dell’ordine nello scandalo della Pilatus Bank. Nella giornata di venerdì 30 settembre il presidente dell’ONG Robert Aquilina ha presentato in tribunale copie autenticate dei mandati d’arresto internazionali diramati contro gli alti funzionari della banca il 24 febbraio 2021, firmati all’epoca dal magistrato Ian Farrugia. Tra le persone destinatarie del provvedimento figurano il proprietario di Pilatus Bank, Seyed Ali Sadr Hasheminejad, Luis Felipe Rivera, Hamidreza Ghanbari e Mehmet Tasli.
Tutto ruota attorno alla causa che Repubblika sta portando avanti contro il procuratore generale Victoria Buttigieg, responsabile secondo l’Ong di non aver messo in atto i mandati d’arresto nei confronti degli indagati, nonostante le indicazioni del magistrato e un’enorme indagine costata circa 7 milioni e mezzo di euro. Soldi, come sempre, dei contribuenti.
Non solo: sempre stando a dichiarazioni del presidente di Repubblika risalenti a luglio, uno degli indagati sarebbe comparso in tribunale a Malta il 20 ottobre 2021 senza però essere arrestato. Questo nonostante il mandato d’arresto firmato da Farrugia qualche mese prima. Si tratta di Mehmet Tasli, all’epoca dei fatti funzionario di Pilatus Bank, che ora si trova libero chissà dove, in barba alla legge che lo vorrebbe in carcere.
Sempre venerdì 30 settembre, nel contesto della conferenza stampa tenutasi di fronte al Palazzo di Giustizia a Valletta, Aquilina si è detto incredulo su quanto stia avvenendo: «Questi documenti parlano chiaro. Ovunque si trovino, gli indagati devono essere arrestati e portati a Malta. Non capisco perché la polizia non stia mettendo in atto i mandati d’arresto, dal momento che è stata proprio la polizia stessa a chiedere l’avvio di un’inchiesta giudiziaria sulla banca».
Non finisce qui: Aquilina ha inoltre affermato che il procuratore Buttigieg avrebbe chiesto alla corte di emettere una sentenza sulle eccezioni preliminari, prima di testimoniare. Una richiesta però respinta dal giudice, che avrebbe ritenuto il caso “di natura seria”.
Da segnalare che il presidente di Repubblika ha potuto depositare i documenti in tribunale mantenendo segreta l’identità della propria fonte, garantendo al tempo stesso l’autenticità degli scritti. Al termine della giornata, Robert Aquilina ha lasciato una copia dei documenti al memoriale di Daphne Caruana Galizia, posto ai piedi del Monumento al Grande Assedio a Valletta. Lo stesso memoriale vandalizzato almeno due volte nel 2020, a opera di sconosciuti.
Sulla questione interviene a gamba tesa anche il Partito Nazionalista, chiedendo le dimissioni immediate di Victoria Buttigieg, per bocca del portavoce per la giustizia Karol Aquilina: «Il procuratore – afferma – sta abusando del suo incarico e danneggiando le istituzioni. È inaccettabile che prenda decisioni segrete volte a ostacolare o annullare il lavoro svolto dalla magistratura. Come opposizione proponiamo che il prossimo procuratore generale venga deciso con una maggioranza di due terzi in parlamento, dopo un invito pubblico a manifestare interesse».
L’esponente del PN non risparmia critiche nemmeno nei confronti del ministro della Giustizia Jonathan Attard, a suo dire “complice” del procuratore Buttigieg con una totale mancanza di azione.
Le indagini su Pilatus Bank
Nel 2021 un’inchiesta giudiziaria fece luce su numerose attività illecite da parte dell’istituto finanziario, fondato nel 2013 e già scomparso nel 2018. Tanti i reati contestati: associazione a delinquere, traffico di influenze illecite, riciclaggio di denaro e false dichiarazioni alle autorità pubbliche.
Non solo: secondo gli inquirenti, la banca avrebbe anche finanziato e coinvolto altri soggetti esterni per commettere azioni criminali. Gli illeciti si sarebbero compiuti per mezzo della Pilatus Bank, con numerosi direttori e funzionari direttamente implicati, con la complicità dell’ex capo di Gabinetto Keith Schembri e del proprietario della banca, l’iraniano Ali Sadr Hasheminejad.