È finito in manette nella giornata di venerdì e sabato mattina già davanti alla Corte il presunto pluriomicida Ledjon Brakaj, 36enne albanese residente a Marsascala su cui da marzo pendeva un mandato d’arresto internazionale, su richiesta delle autorità greche.
L’uomo si sarebbe macchiato di un delitto orribile: nel 2015 avrebbe infatti ucciso Irini Marmarino e suo nipote Lambros Protonotarios, torturandoli e dando loro fuoco. La donna gestiva un negozio di souvenir sull’isola greca di Egina, e poco tempo prima di essere uccisa aveva ritirato dai suoi conti tutti i suoi risparmi, circa 780.000 euro.
I corpi bruciati delle due vittime erano stati trovati all’interno dell’abitazione di Marmarino, messa completamente sottosopra. Dei soldi della donna, ovviamente, nessuna traccia.
L’autopsia fece emergere uno scenario sconvolgente: Irini e Lambros avrebbero infatti subito percosse così violente da causare traumi da schiacciamento su tutto il corpo. L’aggressore gli avrebbe poi dato fuoco mentre erano ancora in vita.
Brakaj è comparso in tribunale a Malta nella giornata di sabato 20 agosto, con gli avvocati difensori a insistere su uno scambio di persona: sul mandato d’arresto comparirebbe infatti un nome diverso da quello dell’uomo finito in manette. Inoltre, la difesa ha fatto notare come non siano state portate le impronte digitali dell’imputato come prova, nonostante siano state raccolte dalla polizia, tentando di dimostrare la debolezza degli indizi a carico dell’imputato. Il tribunale ha però respinto tutte le obiezioni, confermando che la causa andrà avanti.
Al momento il sospettato non ha presentato richiesta di libertà su cauzione, e rimarrà quindi in carcere.
Una nuova udienza è in programma per la prossima settimana, per discutere su un’eventuale estradizione in Grecia di Brakaj.