Sfruttava la disperazione di centinaia di cittadini stranieri in cerca di lavoro a beneficio delle proprie tasche James Borg, 42enne di Balzan impiegato in un’agenzia interinale, ovvero il volto che si nasconderebbe dietro il racket che ha ingannato circa 280 malcapitati, la maggior parte di origine indiana, convinti che pagando un oneroso contratto avrebbero visto spalancarsi le porte per lavorare e vivere a Malta.
La promessa di lavoro, però, si è rivelata presto una bufala capace di attirare con la promessa di un’occupazione e di un alloggio numerosi disperati che, una volta atterrati sull’arcipelago, realizzavano di essere stati inevitabilmente raggirati, portando nel tempo la polizia per l’immigrazione ad identificare Borg come l’autore della frode.
A far scattare l’allarme delle autorità, racconta Times of Malta, è stato il capo dell’agenzia interinale in cui l’imputato ricopriva un ruolo di contabilità, raggiunto dall’ennesima chiamata di sconosciuti che erano caduti nell’inganno dell’uomo.
Una volta aperte le indagini, la polizia ha scoperto come gli individui circuiti fossero arrivati a Malta sfruttando documenti di viaggio e di lavoro falsi forniti dallo stesso individuo, che sarebbero stati pagati circa 4.000 euro, senza però sfociare nella vita mendacemente promessa sull’arcipelago.
In tribunale il 42enne si è dichiarato non colpevole delle accuse di associazione a delinquere finalizzata al traffico di esseri umani a scopo di lucro personale, frode documentale, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, utilizzo non autorizzato e manomissione di dati elettronici, software o documentazioni.
La corte ha inoltre formulato le accuse di violazione di un provvedimento di sequestro emesso ai sensi della legislazione antiriciclaggio, di recidiva e di aver presumibilmente commesso questi reati mentre sussistevano due sentenze sospese pronunciate nel 2019.