Un dispetto, o forse non si sarebbe rassegnato alla fine di un amore, così decide di non consegnare più la posta alla moglie, compresi i voucher distribuiti dal governo la scorsa estate per dare una mano ai cittadini nel periodo Covid-19.
Una “negligenza” costata cara ad un uomo di 53 anni di Rabat, che lunedì è stato accusato di aver impedito alla consorte di ritirare lettere e quanto recapitatole presso il suo indirizzo di residenza, attualmente ancora lo stesso del marito, e condannato dal giudice a pagare una multa di cinquemila euro.
Nonostante infatti i due siano in fase di separazione e non vivano più sotto lo stesso tetto, la donna riporta ancora sulla carta d’identità l’indirizzo della casa coniugale di Rabat.
Davanti alla Corte, ha dichiarato di aver scoperto la vicenda dopo che i buoni governativi emessi a suo nome le erano stati effettivamente recapitati e ad apporre la firma era stato proprio il marito.
A supporto della tesi anche un rappresentante di Maltapost, che in tribunale ha testimoniato di aver regolarmente consegnato i voucher all’indirizzo indicato.
Il magistrato ha sottolineato che era compito del marito consegnare la posta alla persona che ne aveva diritto, pertanto l’ha dichiarato colpevole, multandolo di 2.000 euro per non aver consegnato la posta e di 3.000 euro per aver impedito alla donna di riprendersi beni di propria appartenenza.