Un quindicenne è stato condannato a diciotto mesi di reclusione con pena sospesa per tre anni, dopo essere stato riconosciuto colpevole di aver minacciato, aggredito e lievemente ferito un agente di polizia durante un violento episodio verificatosi lo scorso gennaio all’interno di una struttura per minori sotto tutela dello Stato.
Il giovane, che solo il giorno prima dei fatti aveva ottenuto la libertà vigilata, dovrà inoltre saldare una multa da 116 euro e sottoporsi ad un percorso terapeutico per imparare a gestire la manifestazione della rabbia.
Secondo quanto emerso in aula, tutto è iniziato quando un assistente sociale ha chiesto al ragazzo di non portare il proprio tablet nella stanza da letto, in linea con le regole della struttura che prevedevano un accesso limitato a internet. Alla sua opposizione, l’assistente ha deciso di spegnere il wifi come misura disciplinare, scatenando la reazione violenta dell’adolescente.
L’ispettore di polizia è intervenuto per tentare di calmare la situazione, ma il quindicenne ha reagito scollegando fisicamente il router, minacciando sia gli operatori che l’agente, e infine passando all’aggressione fisica.
L’ufficiale ha testimoniato in aula di essere stato spinto a terra e colpito, riportando contusioni in diverse parti del corpo, certificate poi da un medico. L’aggressione è stata documentata anche dalla body cam e da testimoni oculari lì presenti.
Nonostante la gravità dell’accaduto e il fatto che l’incidente sia avvenuto appena un giorno dopo l’ordinanza di libertà vigilata disposta per l’imputato, il tribunale ha deciso di non procedere con una pena detentiva effettiva, sottolineando la sua giovane età e l’opportunità di un percorso rieducativo e terapeutico.
L’adolescente è stato quindi condannato a 18 mesi di carcere, sospesi per 36 mesi, e obbligato a seguire un percorso per affrontare i propri disturbi comportamentali e la gestione della rabbia. È stato inoltre emesso un ordine di protezione a favore delle persone coinvolte nell’aggressione.
(immagine di archivio, credits: Terry Caselli Photography)
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