Nuovi retroscena nella saga legata a No Deposit Cars, la società di vendita e autonoleggio di Christian Borg al centro di numerose vicende legali, tra le quali la protesta giudiziaria intentata otto mesi fa da 26 dei circa 70 clienti già in causa con l’azienda accusata di truffa, per la quale hanno richiesto indagini più approfondite dopo che sono emerse testimonianze sconvolgenti.
Il procedimento era stato accolto dal magistrato che, ad agosto, ha dato il via all’inchiesta magistrale a carico di No Deposit Cars Ltd e della Princess Holding Ltd della quale fa parte.
Le stesse aziende che, insieme a Borg (ormai ex direttore), Joe Camenzuli (attuale direttore) e altri soci in affari, ora si trovano a fare i conti con un’altra protesta giudiziaria presentata da Vladimir Ivanovic, ex cliente che si è visto portare via il proprio mezzo dallo stesso venditore, e che ha dovuto poi fare pure i conti con i 388 euro del servizio di carro attrezzi addebitatogli.
Secondo i resoconti dei media locali, la storia ebbe inizio nell’agosto del 2020, quando il cittadino serbo firmò un contratto per un noleggio a lungo termine con Christian Borg, interrotto bruscamente due anni più tardi con la “sparizione” del veicolo che era stato parcheggiato in una comune area di sosta.
L’uomo si recò presso la stazione di polizia di Birkirkara per denunciare il furto della sua auto, ottenendo però in cambio una risposta del tutto sorprendente: gli agenti non potevano fare nulla per intervenire perché la situazione non costituiva reato penale.
«Questo atteggiamento spiega perché Borg e i suoi soci in affari hanno continuato ad agire con tale “impunità e audacia”» recita un passaggio della protesta giudiziaria riportata da Times of Malta.
L’intera vicenda si è fatta però ancora più controversa dopo che Ivanovic, grazie al supporto dei suoi legali, scoprì che il suo veicolo era stato rintracciato tramite il Gps che, sempre lo stesso venditore, aveva installato a bordo dell’auto per tenere traccia dei suoi spostamenti. Una pratica già denunciata a più riprese dal gruppo di ex clienti furibondi in causa con l’azienda.
Come se il tutto non fosse già abbastanza inquietante, la vittima del furto ha persino visto la propria auto (stessa targa e modello) circolare per le strade di Mellieha lo scorso febbraio, marchiata con il logo della LESA e guidata da un agente delle forze dell’ordine. Mentre ad aprile, sempre lo stesso mezzo, viaggiava per le vie di Attard, guidato da un altro ufficiale della LESA.
Attraverso i propri legali, Jason Azzopardi e Kris Busietta, Ivanovic ha immediatamente presentato una protesta giudiziaria sostenendo che l’accordo di noleggio a lungo termine conteneva clausole illegali, in violazione delle leggi in materia di diritto civile e penale, oltre che delle normative sulla privacy e sulla tutela dei consumatori.
Ivanovic ha dichiarato di aver informato il commissario di polizia della vicenda, presentando denuncia penale e sostenendo che le azioni del venditore, insieme alle clausole contrattuali, sono indicative del coinvolgimento di Borg e dei suoi soci in affari in crimini quali riciclaggio di denaro, frode, furto e associazione a delinquere.
La vittima del furto (e pure della beffa da 388 euro del carro attrezzi) si aspetta ora che vengano intentate azioni legali nei confronti dei vertici di No Deposit Cars e Princess Holding.