Una donna che sarebbe stata vittima di minacce ha scoperto, con sgomento, che dovrà aspettare fino al marzo 2026 per poter testimoniare in tribunale. Il suo legale, Victor Scerri, ha espresso pubblicamente la sua indignazione per questo ritardo, definendo la situazione “inaccettabile” e chiedendosi come sia possibile che la giustizia operi in questi termini, soprattutto ora che il sistema giudiziario è oggetto di riforme.
Scerri ha rivelato la vicenda sui social, condividendo un’immagine della citazione che impone alla sua cliente un’attesa circa un anno e mezzo prima di poter deporre come testimone. «Non ho mai visto una situazione del genere in 31 anni di carriera» ha commentato l’avvocato al Times of Malta, aggiungendo: «Come può una vittima ricordare dettagli cruciali come tempi e date dopo tanto tempo? Questo va contro ogni principio di giustizia».
La donna aveva sporto denuncia alla polizia diversi mesi fa, chiedendo anche un’ordinanza di protezione. Tuttavia, l’immenso ritardo nelle procedure sta creando preoccupazioni sul fatto che la giustizia non stia rispondendo adeguatamente alle sue esigenze, esponendola a potenziali rischi.
Il caso di questa donna è solo uno dei tanti esempi che evidenziano la criticità dei ritardi nel sistema giudiziario locale, dovuti principalmente ad una carenza di risorse umane, sedi, esperti e personale specializzato, come evidenziato di recente dal presidente della Corte Suprema, Mark Chetcuti, nel discorso di inaugurazione dell’anno giudiziario.