Le nove persone sospettate di gestire un vasto giro di prostituzione sull’arcipelago saranno incriminate. Nella giornata di mercoledì il tribunale ha infatti affermato che sussistono prove sufficienti per continuare con il procedimento legale nei confronti degli imputati.
In aula sono quindi state ascoltate le accuse nei confronti dei membri della banda, accusati a vario titolo di essere coinvolti in un giro di sfruttamento di donne arrivate dal Sudamerica, raggirate con la promessa di un lavoro e poi costrette a prostituirsi senza alcuna garanzia sulla propria sicurezza e incolumità. Ricordiamo che alla sbarra sono finite sette persone di origine maltese e due di nazionalità rumena: Luke Farrugia (36 anni), Clint Lawrence D’Amato, Denzil Farrugia (19 anni), Kane Vassallo (22 anni), Gordon Cassar (44 anni), Luca Emanuele Corito (21 anni), Dylan McKay (30 anni), Alexandra Suhov Pocora (32 anni) e il suo compagno Nicolae Efimov (37 anni).
Secondo l’accusa, i sospettati sarebbero coinvolti nella gestione di almeno due bordelli a Msida e Gzira, che avrebbero “servito” oltre 2.000 clienti solo negli ultimi mesi.
Durante la sua testimonianza, l’ispettore che sta seguendo le indagini ha affermato che nonostante Kane Vassallo non fosse direttamente coinvolto nel reclutamento delle vittime dall’estero, i messaggi WhatsApp associati al suo numero dimostrano che era a conoscenza dell’arrivo delle donne dall’America latina.
Luca Emanuele Corito avrebbe invece avuto un solo contatto con una delle vittime, dandole istruzioni su come offrire i propri servizi al di fuori dei bordelli. Per questo incarico, Corito avrebbe ricevuto un pagamento di 400 euro.
Decisamente più remunerativo il ruolo di Gordon Cassar, che avrebbe guadagnato circa 75.000 euro in meno di due anni. I depositi bancari sarebbero stati quasi sempre di 55 euro ciascuno ed effettuati regolarmente durante la notte. Questo suggerirebbe agli inquirenti che i versamenti potrebbero derivare dal pagamento dei clienti del bordello per la compagnia offerta.
La corte ha inoltre deciso in merito alle richieste di cauzione, concedendola solo a due degli imputati. Alexandra Suhov Pocora è stata rilasciata dietro il pagamento di un deposito di 5.000 euro, una garanzia personale di 15.000 euro e l’obbligo di firmare il registro delle cauzioni tre volte a settimana. Anche Corito ha ottenuto la libertà su cauzione con un deposito di 8.000 euro, una garanzia personale di 12.000 euro e l’obbligo di firmare il registro ogni giorno. Entrambi sono inoltre sottoposti a coprifuoco.