Due donne di nazionalità ucraina, fuggite a Malta dal proprio Paese per scampare alla guerra, sono finite in tribunale martedì per rispondere alle accuse di gestire un centro massaggi a luci rosse e di aver acconsentito che l’attività commerciale fosse utilizzata come luogo di prostituzione.
Le donne, di 41 e 46 anni, sono state fermate dalla polizia lunedì 20 febbraio, nel corso di un controllo a sorpresa effettuato presso un esercizio commerciale a Pietà, luogo in cui sono state trovate prove che indicavano che nei locali fosse praticata l’attività illecita.
Comparse davanti al magistrato nella giornata di martedì, con l’assistenza degli interpreti, le due imputate si sono dichiarate colpevoli dei reati loro ascritti. Entrambe sono madri di figli arruolati nell’esercito ucraino per difendere la Patria ed altri minorenni, motivo per il quale è stato disposto il divieto di pubblicazione dei loro nomi.
Alla luce di quanto emerso dalle indagini, il tribunale ha condannato le donne ad un anno di reclusione con pena sospesa per tre anni, oltre al pagamento di una multa di 10 euro ciascuna.