È iniziata oggi la fase di raccolta prove per il processo a Roderick Cassar, accusato di aver ucciso la moglie a sangue freddo lo scorso martedì 22 novembre a colpi di fucile. L’omicidio è avvenuto per strada nella zona industriale di Kordin, vicino al luogo di lavoro della vittima, la 40enne Bernice Cassar. In quel momento, i due figli piccoli della coppia si trovavano a scuola.
Per Malta si tratta del primo caso affrontato nei tribunali come femminicidio, dopo l’introduzione del reato nel codice penale a inizio anno, a seguito dell’assassinio della 29enne polacca Paulina Dembska.
Nuovi dettagli sulla vicenda sono emersi sulla base della testimonianza dell’ispettore di polizia a capo del caso, che ha fornito informazioni sul giorno dell’omicidio e sull’arresto dell’imputato.
La mattina del 22 novembre la Nissan Qashqai guidata da Bernice Cassar sarebbe stata raggiunta da una seconda auto, una Toyota Ractis guidata dal marito. Secondo alcuni testimoni oculari, l’uomo sarebbe sceso dal veicolo disarmato e avrebbe trascinato la vittima fuori dall’abitacolo con la forza. Successivamente sarebbe tornato in macchina a prendere il fucile, per poi spararle prima al petto e poi al volto a distanza ravvicinata, con quest’ultimo colpo che le è risultato fatale.
A testimonianza di quanto avvenuto ci sarebbero anche alcuni filmati delle telecamere della zona e un video realizzato da un testimone con il telefonino. Secondo quanto riporta Times of Malta, il tutto sarebbe avvenuto nel giro di 7 minuti. L’auto di Bernice è stata trovata con le portiere dal lato del guidatore aperte ed il finestrino anteriore rotto, probabilmente sfondato con il calcio del fucile.
Roderick Cassar si è poi barricato all’interno della casa di famiglia a Qrendi, dove un tempo viveva con la moglie e i due figli, rendendo necessario l’intervento delle forze speciali della polizia che lo hanno arrestato il giorno successivo, dopo circa 17 ore di trattative. Secondo la testimonianza della polizia, l’uomo, che in quel momento era ancora in possesso dell’arma che si pensa sia stata utilizzata per freddare la moglie, avrebbe chiesto più volte agli agenti di ucciderlo perché non voleva andare in prigione. Non avrebbe avuto il coraggio di suicidarsi, per timore di sopravvivere.
La sera del 23 novembre, ai testimoni oculari sarebbe stato chiesto di identificare l’autore del femminicidio, in mezzo ad altre 8 persone vestite allo stesso modo e somiglianti tra loro. Roderick Cassar sarebbe stato riconosciuto da 4 testimoni su 5. L’imputato sarebbe stato poi interrogato subito dopo, ma da lui gli agenti avrebbero però ottenuto solo silenzio, eccezion fatta per un’esternazione di “dispiacere” per quanto avvenuto. Si sarebbe poi commosso quando gli inquirenti hanno affrontato l’argomento dei figli, ma senza mostrare alcun sentimento o rimorso nei confronti della moglie. Anche guardando le fotografie della scena del delitto, non avrebbe fatto trasparire alcuna emozione.
Non solo: a quanto si apprende, un collega di Bernice avrebbe denunciato l’imputato appena il giorno prima della tragedia. Roderick Cassar gli avrebbe dato fastidio, convinto che tra lui e la moglie ci fosse qualcosa di più profondo del semplice rapporto di lavoro.
Un tassello che si aggiunge alle svariate denunce per violenza domestica presentate dalla donna nei confronti del marito. Una tra queste quella dello scorso luglio, quando Roderick Cassar l’avrebbe picchiata e minacciata puntandole un coltello alla gola. In merito a questo caso, il tribunale aveva emesso un ordine di protezione nei confronti di Bernice e fissato la prima udienza per novembre 2023. Le denunce presentate dalla vittima, sarebbero state vagliate dall’unità di violenza domestica della polizia.
A fronte di questo aspetto, nelle prossime udienze il tribunale dovrebbe chiamare a testimoniare gli ispettori che hanno gestito le procedure legali legate alla vicenda. Il caso, presieduto dal magistrato Joseph Mifsud, tornerà in aula domenica 4, giovedì 15 e lunedì 19 dicembre.
Oltre alle accuse di femminicidio volontario, detenzione della vittima contro la sua volontà, violenza morale e psicologica, utilizzo di arma da fuoco mentre commetteva un crimine e detenzione di arma da fuoco senza autorizzazione, sulla testa di Roderick Cassar penderebbero anche quelle di furto del telefono cellulare e della chiave dell’auto della vittima e danneggiamento intenzionale della sua proprietà, oltre alla violazione dell’ordinanza di libertà vigilata emesso lo scorso mese di luglio a favore di Bernice.
Nonostante tutte le evidenze a suo carico, Roderick Cassar si dichiarato non colpevole dell’omicidio della moglie.