È tornato in tribunale il caso del femminicidio di Bernice Cassar, la donna brutalmente uccisa a colpi di fucile per strada la mattina del 22 novembre scorso, nella zona industriale di Kordin, dove la vittima lavorava.
In aula, nella seduta di lunedì, è stata la volta dei racconti forniti da alcuni testimoni oculari, nella fase di raccolta prove del processo contro Roderick Cassar, marito di Bernice e unico indiziato per la sua morte.
Secondo i resoconti dei media locali, un dipendente dell’MCAST ha raccontato di aver assistito in prima persona ai terribili ultimi istanti di vita della donna, osservando la scena dalla finestra del suo ufficio, collocata a meno di cento metri dal luogo in cui si è consumata la tragedia.
Il testimone ha affermato che stava chiacchierando con un collega quando, ad un certo punto, ha notato “qualcosa di strano”: un uomo robusto con in mano un oggetto nero intento a colpire un’auto, tanto che gli era sembrato quasi un incidente stradale. Salvo poi notare lo stesso uomo afferrare la vittima in diverse parti del corpo, compresi collo, braccia e capelli, trascinandola fuori dall’auto come se fosse una “bambola di pezza”, adagiandola a terra con la schiena contro il veicolo.
Sempre secondo la testimonianza, la donna sembrava come priva di conoscenza, schiaffeggiata in volto dall’imputato per farla rinsavire. Poco dopo, Roderick Cassar, avrebbe preso il fucile dalla propria vettura, per poi freddare la vittima con due colpi, uno al petto e uno al volto, prima di darsi alla fuga.
In aula è stato poi il turno di un secondo impiegato dell’MCAST, che ha affermato di essersi affacciato alla finestra dopo aver udito uno sparo, notando Bernice seduta a terra in uno stato di evidente difficoltà, appoggiata ad una delle gomme posteriori della sua auto con l’imputato in piedi davanti a lei che, ad un certo punto, avrebbe esploso due spari in rapida successione lasciandola senza scampo. La tragedia si sarebbe consumata in pochi minuti ed entrambi i testimoni hanno riferito di aver contattato subito la polizia.
In tribunale sono stati ascoltati anche alcuni agenti di polizia, che avrebbero confermato la presenza delle denunce di violenza fisica e psicologica sporte nei mesi precedenti dalla donna contro il marito. Tutte cadute nel vuoto, o quasi: il primo processo per violenza domestica contro Roderick Cassar era stato fissato per novembre 2023.
Tra gli attriti della coppia, in fase di separazione, ci sarebbero state anche le visite per vedere i due figli. Roderick Cassar continua a dichiararsi non colpevole. Su di lui pendono quindici capi d’accusa, uno su tutti quello di femminicidio, reato contemplato per la prima volta nella storia dei tribunali maltesi.