Rischia di allargarsi a macchia d’olio l’inchiesta sui falsi certificati d’invalidità che vede cinque persone indagate, tra cui il medico ed ex deputato laburista Silvio Grixti, assieme ai molti beneficiari irregolari. Nella giornata di martedì è emerso il nome di un’altra persona potenzialmente coinvolta nella frode. E quando si parla di alti esponenti della politica, il rumore mediatico non può che essere fragoroso.
A parlare tramite il proprio profilo Facebook è stato Roger Agius, ex autista del segretario parlamentare Andy Ellul e dello stesso Grixti, circa i contatti che avrebbe avuto con un funzionario del governo laburista per orchestrare la truffa. Da lui avrebbe ricevuto un telefono usa e getta, utilizzato per gestire gli illeciti già dal 2019, ricevendo inoltre rassicurazioni sul rischio di essere scoperti. Rassicurazioni che corrisponderebbero a un nome ben preciso: il ministro della Politiche Sociali Michael Falzon.
«Il funzionario mi aveva detto che finché c’era Falzon non avremmo avuto alcun problema» ha scritto Agius, che secondo le indagini avrebbe avuto un ruolo da intermediario con i candidati a ricevere i sussidi di disoccupazione senza averne titolo, incassando inoltre soldi quando la truffa andava a buon fine. Lo stesso Agius avrebbe beneficiato dei falsi certificati di invalidità ricevendo il sussidio di invalidità per una presunta epilessia, dichiarando di non avere la patente di guida nonostante il suo regolare impiego come autista, peraltro impossibile con una simile patologia.
Sempre secondo Agius, il funzionario di fiducia di Falzon si sarebbe occupato di organizzare le procedure per i falsi certificati, assicurandosi che la commissione medica davanti alla quale si presentavano i candidati fosse composta dalle “persone giuste”, disposte a chiudere entrambi gli occhi davanti alle palesi irregolarità.
Nonostante Agius non menzioni mai il nome del funzionario implicato, secondo quanto riportato dai media locali potrebbe rispondere al nome di Mark Calleja, che tra le altre cose avrebbe ordinato il riesame nei casi in cui i candidati fossero stati “rimbalzati” dalla commissione, nonostante l’appello non fosse una possibilità prevista dalla legge.
Ma perché decidere di affidare queste informazioni ai social, anziché rivolgersi alle forze dell’ordine? Stando a quanto affermato ancora da Agius, nel novembre del 2023 lui stesso avrebbe scritto alla polizia all’ufficio del Procuratore Generale affermando di essere disposto a divulgare i dettagli del racket, senza però ricevere alcuna risposta dalle autorità, nonostante si fosse anche offerto di portare gli investigatori presso un ufficio a Valletta, dove avrebbero trovato le prove della truffa.
Dopo un silenzio iniziale, nella giornata di mercoledì è arrivata la replica del ministro Michael Falzon, che ha affidato alcune dichiarazioni alla propria pagina Facebook, negando ogni coinvolgimento nella vicenda: «Il mio ruolo nel Ministero delle Politiche Sociali e dei Diritti dei Bambini è sempre stato solo quello di aiutare migliaia di pensionati, persone con disabilità, bambini, anziani e tutte le persone vulnerabili nella nostra società. Ricordo che è stato l’Ufficio del Primo Ministro insieme a questo stesso Ministero ad aver attirato l’attenzione delle autorità competenti per condurre le indagini che hanno portato ai procedimenti giudiziari».
E ancora: «Come Ministro responsabile, rimango impegnato a prendere tutti i provvedimenti necessari ovunque siano stati commessi abusi, da chiunque siano stati commessi. Assicuro a tutti che questo Ministero continuerà ad assistere tutti coloro che hanno bisogno del nostro aiuto, e continueremo a perseguire la giustizia sociale in cui crediamo fermamente».
Gli accusati di gestire il racket delle false invalidità sono cinque: oltre Silvio Grixti e Roger Agius, il caso vede imputati Dustin Caruana (36 anni), Luke Saliba (33 anni) ed Emmanuel Spagnol (69 anni). Per tutti le accuse sono di riciclaggio di denaro, frode, criminalità organizzata e falsificazione di documenti. Spagnol e Caruana sono inoltre accusati di aver violato le condizioni della cauzione. Tutti gli imputati si sono dichiarati non colpevoli.