Frode ed evasione fiscale per la bellezza di 62 milioni di euro. Con queste accuse il dipartimento investigativo sui crimini finanziari della polizia ha tratto in arresto 5 “uomini d’affari”, tra la sera di martedì 18 e la mattina di mercoledì 19 aprile.
Due di loro sono già comparsi in tribunale nella giornata di mercoledì e, secondo i resoconti dei giornali locali, si tratterebbe di Martin Farrugia, imprenditore edile 45enne di Rabat, e Henriette Cassar, 49enne di Zebbug. Quest’ultima si sarebbe rifiutata di rivelare la propria professione.
Oltre ai capi di imputazione sopra citati, su entrambi pendono anche le accuse di associazione a delinquere e riciclaggio di denaro, mentre Farrugia si dovrà difendere anche da quelle di presunte truffe ai danni di numerose persone. Gli illeciti sarebbero stati commessi tra il 2012 e quest’anno.
Le indagini sugli imputati sarebbero partite non meno di un anno fa, quando il Dipartimento Iva avrebbe informato la polizia su una sospetta maxi frode da 4,2 milioni di euro ad opera di Farrugia, a fronte di numerose discrepanze nelle dichiarazioni fiscali dell’uomo.
Gli accertamenti sembrano aver poi portato gli inquirenti anche sulle tracce delle altre persone poste in stato di fermo. Secondo le autorità, Henriette Cassar avrebbe versato sui propri conti l’importante somma di 960.000 euro in assegni riconducibili alle attività di Martin Farrugia.
Non solo: la donna avrebbe guadagnato altri 150.000 euro in attività separate e legate alla vendita di oggetti di antiquariato. Entrambi i sospettati si sono dichiarati non colpevoli delle accuse mosse a loro carico.
Sia per Cassar (che risulta incensurata) che per Farrugia, il tribunale ha negato la libertà provvisoria, in quanto molti testimoni devono ancora essere ascoltati, e il materiale raccolto nel corso delle perquisizioni deve ancora essere analizzato. In sostanza, rimarranno in custodia cautelare perché la loro posizione potrebbe peggiorare con il termine di raccolta delle prove contro di loro.
Per Farrugia l’accusa ha sottolineato le presunte frodi ai danni di altre persone e la possibilità di fuga: l’indirizzo indicato sulla carta d’identità infatti non corrisponderebbe al luogo dove vivrebbe. Tra i provvedimenti emessi dal magistrato configura anche il congelamento di tutti i beni dei due imputati.
In questi giorni dovrebbero comparire in aula gli altri soggetti arrestati che, stando a fonti riportate da Times of Malta, opererebbero in una serie di settori tra cui immobiliare, infrastrutture e persino agricoltura, in quello che potrebbe essere un caso ben più complesso ed esteso di quanto possa sembrare. Secondo Malta Today, infatti, due avvocati starebbero rappresentando un gruppo di società, anch’esse presunte vittime degli imputati.