Traffico di esseri umani: è questa la gravissima accusa che devono fronteggiare due donne di origine brasiliana e un cittadino italiano, comparsi in tribunale nella giornata di mercoledì. La dinamica è tristemente la stessa: giovani convinte a lasciare il proprio Paese con la promessa di un lavoro e di un futuro migliore, per poi essere inserite nel giro della prostituzione, illegale a Malta sotto ogni forma.
Secondo quanto affermato in aula dall’ispettore di polizia, le indagini sarebbero partite dopo una segnalazione sul presunto sfruttamento di due donne. Attivato il nucleo anti-prostituzione delle forze dell’ordine, le attività di sorveglianza hanno portato all’arresto dei tre imputati: due sorelle brasiliane di 38 e 39 anni e un 50enne italiano sposato con la donna di 38 anni, tutti residenti a St. Paul’s Bay.
E proprio dal Brasile sarebbero arrivate le schiave del sesso, attirate dalla falsa prospettiva di un impiego nel settore delle pulizie. In tribunale, una donna arrivata a Malta dal Belgio con un visto turistico circa quattro mesi fa ha fornito la sua testimonianza prima di essere espulsa dall’arcipelago in quanto munita solo di visto turistico. La donna avrebbe dichiarato che nel lasso di tempo trascorso sull’arcipelago ha lavorato come escort per sua scelta, dopo aver trovato in autonomia il lavoro in rete. Ha inoltre aggiunto di aver vissuto con una delle due imputate e di essere stata messa in contatto con l’altra per le transazioni di denaro.
Sempre stando alla testimonianza, una delle imputate sarebbe stata solita cambiare il denaro da euro a valuta brasiliana per pagarle i “servizi” offerti, con transazioni che nel mese di aprile si sarebbero attestate tra i 1.000 e i 1.500 euro. La donna avrebbe poi proceduto a trasferire il denaro sul proprio conto corrente brasiliano.
Agli imputati, che si sono dichiarati non colpevoli, è stata negata la libertà su cauzione almeno fino alla prossima udienza, soprattutto a fronte di precedenti penali in Italia per una delle due donne, sempre inerenti a reati simili, al pericolo di fuga e a quello di manomissione delle prove. Su questo aspetto il giudice è stato irremovibile, nonostante la coppia e anche la seconda donna abbiano figli, di cui uno di appena quattro mesi e l’altro con bisogni speciali, ora affidati alle cure dello Stato.