Alla fine, ce l’ha fatta. Dopo mesi di battaglie legali, Mohamed Ali Ahmed Elmushraty (meglio noto come “Lilu King”) ha ottenuto la libertà su cauzione.
Il cittadino di origini libiche era stato arrestato nel maggio dello scorso anno con diversi e pesanti capi d’imputazione: evasione fiscale, riciclaggio di denaro, traffico di droga e di essere coinvolto nella criminalità organizzata.
L’imprenditore-pugile era finito nel mirino delle autorità giudiziarie per lo stile di vita da “nababbo” sfoggiato su diverse piattaforme social, tra auto di lusso che era solito guidare per spostarsi tra due appartamenti (uno a Portomaso e l’altro a St. Paul’s Bay), palestre e giri in vari locali della movida notturna nella zona di Paceville.
Una vita frenetica immersa nell’agio che sembrava non aver trovato corrispondenza nelle dichiarazioni fiscali, tanto da far scattare attività di indagini e di sorveglianza durate tre mesi, che portarono alla luce una serie di operazioni ritenute sospette.
Tanti soldi, ma niente droga. Già lo scorso agosto, il sovrintendente della polizia ribadì infatti che Elmushraty non era mai stato trovato in possesso di stupefacenti, e che neanche in passato su di lui furono mosse accuse di reati legati al traffico di droga. Tesi confermata anche a dicembre, quando Elmushraty tentò nuovamente di ottenere la libertà su cauzione vedendosela negare in attesa che l’accusa producesse testimonianze e prove circa il presunto coinvolgimento dell’imputato nella criminalità organizzata, mai però arrivate.
Così, dopo dieci mesi di carcere, “Lilu King”, torna libero, previo un deposito cauzionale di 30.000 euro, una garanzia personale di 40.000 euro e una fideiussione depositata da terze persone di 10.000 euro. Per il 32enne scatta inoltre l’obbligo di firma quotidiana presso il commissariato, oltre all’ordinanza di coprifuoco serale, in attesa che il caso torni ad essere discusso nelle aule del tribunale.