Parallelamente al processo che vede imputato Mohamed Ali Ahmed Elmushraty, noto come “Lilu King”, l’imprenditore pugile di origine libica accusato di evasione fiscale, traffico di droga e di essere vicino alla criminalità organizzata (oltre che di omicidio e traffico di droga nel suo Paese d’origine), continua l’azione giudiziaria nei confronti dei suoi due fratelli, Mohamed Ali Ahmed Massarati (31 anni) e Mahmoud Mustafa Mohammed Aldabah (26 anni).
I due sono stati arrestati circa due settimane fa mentre si trovavano nei corridoi del tribunale con l’accusa di aver cercato di intimidire un testimone, l’ex socio in affari di “Lilu King”, tornato a deporre nell’udienza di ieri durante la quale, però – secondo quanto riporta Times of Malta – avrebbe dichiarato di aver detto tutta la verità e di non essersi mai sentito minacciato dai due imputati, che continuano a dichiararsi non colpevoli.
L’uomo ha confermato che, dopo una sfilza di chiamate a raffica, messaggi audio e WhatsApp, gli accusati lo hanno raggiunto sul luogo di lavoro chiedendogli di affermare di essere il legittimo proprietario di una Range Rover intestata a suo nome, ma di fatto pagata e utilizzata da “Lilu King”.
Il testimone avrebbe detto ai due fratelli di non poter assecondare la loro richiesta in quanto, oltre a non potersi permettere di pagare tale cifra, il veicolo aveva accumulato circa 11.000 euro di multe e aveva già provveduto a cancellare il suo nome dalla proprietà dello stesso. Inoltre, la targa del veicolo riporterebbe il “nome d’arte” di Elmushraty, un aspetto troppo distintivo per non ricondurla al reale proprietario.
Nonostante l’incontro, il testimone, che nella precedente udienza era parso “in difficoltà” durante la deposizione dichiarando di aver paura visto la “portata” del caso, ha sostenuto di non aver subito pressioni dai due.
«Desideravo protezione per non avere problemi con loro – ha dichiarato l’ex socio in tribunale – Solo protezione per me e la mia famiglia. Non sto dicendo che siano criminali e non l’ho mai detto. Finora non mi sono mai sentito minacciato in alcun modo».
A fronte della situazione, l’avvocato dell’accusa ha chiesto e ottenuto un’ordinanza di protezione sia per il testimone che per il figlio minorenne, nonostante le rimostranze della difesa.
L’accusa ha inoltre chiesto al tribunale di nominare un esperto per estrarre e analizzare i dati contenuti nei cellulari dei fratelli di “Lilu King”, al fine di identificare le comunicazioni scambiate tra le parti. I dati dovrebbero essere presentati nel corso della prossima udienza, fissata per luglio.