Due assistenti della casa di cura St. Vincent De Paul sono stati condannati a un anno di carcere con pena sospesa per quattro anni dopo essere stati ritenuti colpevoli di aver causato, per negligenza, la morte di una donna di 101 anni, scivolata da un paranco di sollevamento utilizzato in modo scorretto. Un medico, accusato insieme agli operatori, è stato assolto.
Il decesso dell’anziana è sopraggiunto per infarto il 31 agosto del 2019, dodici ore dopo aver subito la frattura di una spalla causata dalla caduta dal macchinario. L’indagine è iniziata dopo che la nipote della vittima ha segnalato alla polizia la morte avvenuta in circostanze sospette.
Nella pronunciare la sentenza, il magistrato ha dichiarato di non avere dubbi sul fatto che la caduta abbia causato la morte della paziente, affermando che l’infarto, insieme all’età avanzata, è stato scatenato dalle ferite riportate.
Un esperto nominato dal tribunale ha esaminato il paranco e ha riscontrato che funzionava correttamente, ma durante una visita in loco è emerso che il personale della struttura maneggiava l’apparecchio sotto carico utilizzando l’imbracatura in modo non conforme alle istruzioni fornite nel manuale.
Inoltre, gli operatori avrebbero dovuto sapere che un paziente che subisce una caduta non deve essere spostato prima di essere visitato da un medico, ma invece di seguire il protocollo, i due assistenti sotto indagine hanno deciso di rimettere la donna a letto, senza chiedere assistenza.
Dichiarando che esisteva un nesso causale diretto tra la caduta dal macchinario di sollevamento e le azioni degli operatori, la corte li ha riconosciuti colpevoli di omicidio colposo e condannati con pena sospesa. Tuttavia, il medico in turno quel giorno è stato assolto, dopo aver spiegato il carico di lavoro enorme che stava fronteggiando in quel periodo e motivato le ragioni per le quali scelse di non trasportare la paziente all’ospedale Mater Dei, valutate come corrette.
Durante le udienze, è emerso infatti che i tre medici che in quel momento stavano lavorando presso la struttura, che ospita 1.300 pazienti distribuiti in 35 reparti, stavano agendo sotto enorme pressione e dovevano affidarsi alle informazioni fornite loro dagli infermieri.
I controlli a carico del medico sotto indagine hanno dimostrato che visitò la vittima rispondendo prontamente alla chiamata degli operatori sanitari, seguendo la procedura in maniera coerente.
Il magistrato ha ordinato che una copia della sentenza venga trasmessa al Commissario di Polizia, affinché valuti se i due operatori stranieri possano continuare a lavorare a Malta o meno. La direzione del St. Vincent de Paul è stata invitata a indagare sull’uso dei vari paranchi, imbracature e macchinari di sollevamento coinvolti.