Si aggrava l’impianto accusatorio contro Andres Leonardo Gamboa Duran, 43enne colombiano inizialmente incriminato per aver fatto a pezzi un cadavere e averne gettato i resti in mare dentro una valigia, ora formalmente accusato anche di omicidio volontario.
Il sospettato, fu arrestato lo scorso 12 dicembre dopo una serrata caccia all’uomo durata tre giorni, ovvero da quando due ragazzini a bordo di un pedalò recuperarono il bagaglio a pelo d’acqua lungo il litorale di Sliema, poi trascinato a riva ed affidato ad una coppia di turisti che, scoprendone il macabro contenuto, contattarono immediatamente la autorità.
Le circostanze iniziali portarono sin da subito gli inquirenti a seguire la pista del traffico di droga, dato che all’interno dello stomaco della vittima, il cinquantenne Raoul Eduardo Rei, anch’egli originario della Colombia, furono trovati 101 ovuli di cocaina.
Varie ricostruzioni, insieme ai primi esami autoptici, fecero poi ipotizzare che la morte potesse essere stata provocata da un soffocamento accidentale, come sostenuto dallo stesso Duran che, in tribunale, nella precedente seduta, si dichiarò colpevole di aver smembrato il corpo del suo connazionale con l’obiettivo di sbarazzarsene in preda al panico, dopo averlo già trovato cadavere all’interno di uno degli appartamenti a lui collegati a Msida.
Tuttavia, ora, dopo ulteriori indagini, la Procura ha deciso di contestare a Duran anche il reato di omicidio volontario, da aggiungersi alle altre accuse che vanno dal traffico di droga all’occultamento di cadavere, fino all’inquinamento delle prove. Per il magistrato, gli elementi raccolti finora sul caso sono sufficienti per processare il 43enne colombiano che tornerà in aula a metà marzo, quando si scoprirà cosa abbia spinto gli inquirenti a rivedere l’ipotesi di asfissia come causa della morte di Rei, configurando quella di omicidio.
(photo credits: Facebook / Malta Police Force)
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