Un uomo arrestato dopo essere stato trovato alla guida di un furgone contenente un carico di oltre 320.000 sigarette di contrabbando è stato assolto per assenza di prove sufficienti a dimostrare che fosse consapevole della natura illecita della merce trasportata.
I fatti risalgono al 15 marzo 2018, quando Samuel Camilleri, 53 anni, fu fermato dalla polizia che poche ore prima aveva ricevuto una segnalazione per sospette attività illegali relative al mezzo.
Trovandosi improvvisamente braccato dalle forze dell’ordine, armate e a volto coperto, l’accusato in preda al panico (così riferì in seguito) non riuscì a fornire le proprie generalità né a indicare chi fosse il proprietario del veicolo.
Durante il trasferimento al deposito della polizia, una delle 24 scatole a bordo del furgone si aprì accidentalmente, rivelando un carico di 240.000 sigarette tedesche del marchio “Tradition”, non venduto sul mercato locale. La merce, dal valore commerciale di 6.960 euro, avrebbe generato un’evasione fiscale superiore ai 55.000 euro tra accise, dazi doganali e IVA.
Camilleri fu arrestato con l’accusa di detenzione di merce di contrabbando e tentata frode ai danni dello Stato. Da allora, riferiscono i media locali, il 53enne sembra aver sempre professato la sua innocenza, sostenendo di essersi trovato in quella situazione per aver concesso un favore a un conoscente incontrato in un bar, un certo Gianni Azzopardi, che gli aveva chiesto una mano per trasportare il furgone in questione da Hal Farrug a un garage di Mriehel senza però fornirgli alcuna informazione sul contenuto del carico, a patto che poi lo avrebbe riaccompagnato alla sua auto una volta completato il tragitto.
A rafforzare la sua versione è stata la testimonianza dell’intestatario del veicolo, che ha dichiarato di averlo effettivamente venduto senza però aver completato il passaggio di proprietà, aggiungendo inoltre di non conoscere Camilleri.
Il tribunale ha ritenuto credibile la ricostruzione dell’imputato, sottolineando la coerenza e la dovizia di particolari nella sua testimonianza, oltre allo stato confusionale in cui versava al momento dell’arresto. Inoltre, Azzopardi, nel frattempo deceduto, sarebbe stato coinvolto in un altro caso di contrabbando di sigarette, scoperto in seguito a una perquisizione nel suo garage di Qormi.
Dopo sette lunghi anni di processo, il tribunale ha concluso che, sebbene Camilleri stesse effettivamente guidando un mezzo che trasportava merce illegale, non vi sono prove sufficienti per dimostrare la sua intenzione o consapevolezza nel commettere reato, assolvendolo quindi con formula piena.
(immagine di repertorio)
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