Una sergente di polizia di 28 anni, Cherise Camilleri, originaria di Qormi, è comparsa sabato in aula con l’accusa di aver divulgato informazioni riservate sulle operazioni di polizia a soggetti terzi. L’ufficiale, che prestava servizio nella squadra antidroga (ora sospesa dall’incarico), è stata accusata di associazione a delinquere, favoreggiamento nel traffico di droga, corruzione, rivelazione di segreti d’ufficio, riciclaggio di denaro e uso improprio di dispositivi elettronici.
Secondo i pubblici ministeri, la presunta “talpa” avrebbe passato informazioni riservate per lungo tempo, fornendo dettagli su operazioni della polizia a soggetti esterni. La vicenda è emersa grazie a segnalazioni da fonti riservate che allertavano circa la presenza di una poliziotta “sospetta” chiamata Cherise, con un tatuaggio sul braccio.
Le indagini si sono intensificate quando gli investigatori hanno scoperto che, sui social, la Camilleri compariva tra la lista di amici di una persona coinvolta in indagini penali. Il 18 novembre, la donna è stata arrestata a St. Andrews e il suo telefonino posto sotto sequestro. L’ufficiale ha negato ogni contestazione, ma i dati estratti successivamente dal suo dispositivo hanno dimostrato che stava mentendo.
Tre giorni dopo, Camilleri è stata quindi nuovamente arrestata e, in quell’occasione, è finito in manette anche un altro individuo con il quale avrebbe condiviso ulteriori informazioni riservate legate alle operazioni della polizia. L’uomo è stato fermato appena messo piede a Malta dall’estero e, dall’analisi del suo telefonino, gli investigatori hanno trovato ulteriori prove del coinvolgimento del sergente.
Durante l’udienza di sabato, Cherise Camilleri ha respinto nuovamente tutte le accuse. La difesa non ha contestato la validità dell’arresto e non ha richiesto la libertà su cauzione per la donna. Il tribunale ha accolto la richiesta dell’accusa e ha disposto un ordine di congelamento dei beni dell’imputata, sospesa dal servizio da venerdì e soggetta a misure cautelari in carcere in attesa che sul caso proseguano le indagini.
(nell’immagine, Cherise Camilleri / Facebook)
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