È proseguita lunedì la raccolta prove del processo a carico di Harona Conateh, cittadino gambiano di 32 anni residente a Qormi accusato di stupro nei confronti delle dipendenti di tre centri massaggi situati a Sliema e Birkirkara; i crimini si sarebbero verificati a giugno e luglio.
In aula ha testimoniato una delle presunte vittime raccontando i dettagli dell’aggressione sessuale che avrebbe subito nel pomeriggio dello scorso 3 luglio, quando nel centro massaggi presso il quale lavorava ha fatto ingresso un nuovo cliente mai visto prima, un uomo alto, di colore; i due avevano concordato un massaggio di 30 minuti alla schiena e alle spalle.
La situazione pare essere rapidamente degenerata quando l’individuo avrebbe iniziato ad avanzare richieste inappropriate; di fronte al rifiuto della donna di origini thailandesi, l’uomo sarebbe diventato violento, strattonandola fino a farle cadere gli occhiali, afferrandola per il polso per poi trascinarla a terra dove, tra le urla, l’avrebbe abusata toccandole le parti intime. Nonostante abbia tentato di opporre resistenza in ogni modo fino ad arrivare a supplicarlo, la vittima ha raccontato che l’aggressore le ha poi legato i polsi con una corda gettandola nuovamente a terra, con il viso rivolto al pavimento, dove l’ha violentata. La donna ha riferito che, prima di andarsene, l’uomo le ha lanciato un avvertimento: «la prossima volta non farmi questo».
I medici che l’hanno visitata hanno confermato la presenza di traumi agli organi genitali, contusioni alle costole, lividi e altre lesioni fisiche, oltre a quelle “dell’anima”, visto che in aula la vittima ha anche confessato di soffrire di depressione a causa di quanto ha subito.
La descrizione dell’aggressore fornita dalla vittima, abiti compresi, ha trovato riscontro nell’individuo immortalato nei filmati delle telecamere di sorveglianza analizzati da un esperto nominato dal tribunale.