Un uomo di 56 anni, Harold Mamo, è comparso ieri in tribunale dopo essere stato accusato di aver procurato falsi contratti di locazione a cittadini di Paesi terzi consentendo così loro di ottenere permessi di soggiorno, chiaramente illegali.
L’indagine ha portato alla scoperta di un sistema fraudolento già denunciato negli scorsi mesi dall’avvocato ed ex parlamentare nazionalista Jason Azzopardi, e si dice che all’interno dell’appartamento dell’imputato siano stati trovati oltre 1.500 contratti falsi trovati oltre a un’ingente somma di denaro.
Mamo, soggetto a diverse accuse come frode, falsificazione di documenti e riciclaggio di denaro, è stato posto in custodia cautelare dopo che il tribunale ha respinto la richiesta di rilascio su cauzione citando il rischio di manomissione delle prove e la gravità delle contestazioni. Il tribunale ha inoltre predisposto il congelamento dei beni del 56enne che – è stato confermato – non lavora presso l’agenzia Identità.
Secondo quanto riferito in aula dall’ispettore di polizia a capo del caso, l’indagine è partita lo scorso mese di agosto quando dei post sui social media hanno segnalato una cassetta postale “sospetta” installata all’esterno di una casa disabitata a Msida. La proprietaria dell’immobile, che si era recata a controllare l’abitazione precedentemente occupata dalla madre, ha trovato al suo interno delle lettere intestate a cittadini extracomunitari e spedite dall’agenzia Identità, relative ai documenti di soggiorno.
Questo ha permesso alla polizia di scoprire che diverse persone erano registrate come residenti in quella casa all’insaputa della proprietaria. Durante l’interrogatorio, gli stessi hanno ammesso di aver ricevuto i falsi contratti di affitto da Mamo.
Gli investigatori sono poi riusciti a risalire alla base operativa in cui l’imputato avrebbe gestito la frode: un ufficio situato all’interno di un salone di parrucchieri per uomo a Gwardamangia. Lì numerosi cittadini stranieri sarebbero stati visti entrare e uscire, presumibilmente per ottenere falsi contratti di affitto. A centinaia ne sono stati trovati durante la perquisizione nell’appartamento di Mamo, insieme a 9.000 euro in contanti.
Sempre in tribunale, è emerso che il 56enne era già stato interrogato e rilasciato su cauzione ad agosto, ma aveva violato le condizioni imposte dalla Corte entrando in contatto con un presunto complice, lo stesso che ha poi ammesso di aver aiutato Mamo ad installare cassette postali fittizie all’esterno di case rimaste inoccupate.
Sempre secondo l’ispettore di polizia, l’operazione è stata frutto di un’indagine approfondita svolta dal Corpo e non di un’inchiesta magistrale chiesta e ottenuta da Azzopardi ad agosto, come già accennato.
Il processo potrebbe rivelarsi lungo e complesso, visto che – si dice – saranno chiamati a deporre oltre 20 testimoni, molti dei quali cittadini stranieri. La difesa ha contestato la capacità di Harold Mamo di poter influenzare i testimoni, ma il tribunale ha deciso di negare la libertà su cauzione predisponendo inoltre un ordine di congelamento dei beni dell’imputato.
A seguito del procedimento avviato in tribunale, l’agenzia Identità ha diffuso un comunicato stampa affermando che, ad aprile, è stata avviata un’indagine dell’Unità di Conformità in collaborazione con la polizia, culminata con l’arresto di una persona accusata di frode e falsificazione dei contratti di locazione. L’indagine, secondo l’agenzia, è stata avviata a seguito di sospetti emersi durante le verifiche interne delle domande per i permessi di soggiorno.
Per prevenire abusi futuri, l’agenzia ha affermato di aver introdotto due nuovi documenti pensati per tutelare sia i proprietari che gli inquilini.
(photo credits: Facebook / Jason Azzopardi)
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