Una brutta vicenda che poteva avere i risvolti di una tragedia quella che ha visto protagonisti due uomini, uno dei quali, Abdelaziz Lakehal, 50 anni, marocchino, accusato di aver accoltellato suo cugino dopo un litigio degenerato a causa – pare – di uno stato di profondo nervosismo dovuto al digiuno e al divieto di fumare che l’imputato stava osservando durante il Ramadan.
Il magistrato ha ascoltato la testimonianza dell’ispettore di polizia che ha spiegato che la vittima, ancora sanguinante, si è recata alla stazione di polizia di Zebbug in data 4 aprile, accompagnata dalla sorella. Considerate le sue condizioni, l’uomo è stato trasferito in ospedale in ambulanza dove, sebbene inizialmente parso non in grado di raccontare i fatti, alla fine avrebbe confessato alla polizia che suo cugino lo aveva pugnalato alla spalla.
L’incidente sarebbe avvenuto intorno alle ore 19:00. Prima dell’accoltellamento, Lakehal aveva spaccato piatti e altri oggetti della cucina mentre la vittima, che stava cucinando, gli chiedeva di smettere. È in quegli istanti che la situazione, già molto tesa, sarebbe precipitata ed è allora che l’aggressore avrebbe sferrato una coltellata sulla spalla sinistra del cugino.
La vittima ha poi voluto dichiarare alla polizia che Lakehal si sarebbe immediatamente scusato e di aver accettato le sue scuse tanto d’averlo perdonato, comprendendo che l’osservanza dei veti del Ramadan possa aver inciso così tanto sul suo autocontrollo.
«Ci ha detto che aveva fame a causa del Ramadan e che non poteva fumare, quindi ha perso il controllo», queste le parole dell’ispettore che ha condotto l’accusa. Una storia di buona sorte e magnanimità contrapposte ad una reazione che poteva rivelarsi fatale e sulla quale ognuno starà già ampiamente riflettendo.