Ha ottenuto la libertà su cauzione la coppia di genitori finita in custodia cautelare la scorsa settimana per accuse separate relative ad abusi fisici e sessuali che si sarebbero susseguiti per diversi anni a danno delle loro figliolette che ora hanno 13 e 17 anni.
Gli episodi sarebbero venuti alla luce nel corso di un pigiama party, dove la più piccola delle presunte vittime avrebbe confidato alla mamma di una sua amica quanto subito da lei e dalla sorella maggiore tra le mura di casa. La donna si era recata a sporgere denuncia in commissariato dando il via alle indagini.
Lo scorso 9 gennaio, il padre, un fattorino 43enne di Mtarfa, era stato accusato di corruzione e abusi sessuali su minorenni consanguinee, oltre ad atti sessuali non consensuali sempre a danno delle figlie, sottoponendole anche ad atti indesiderati di intimità fisica.
Sulla madre 42enne pendono invece quelle di maltrattamenti e crudeltà per aver impedito alle figlie di denunciare gli abusi presumibilmente subiti dal padre nel corso degli anni. La donna sarebbe stata infatti ben consapevole di ciò che avveniva tra le mura domestiche, ma avrebbe scelto di nascondere il tutto, invitando le bambine a non farne parola con nessuno.
Entrambi continuano a dichiararsi non colpevoli e, nell’udienza che si è svolta mercoledì 17 gennaio, riportata poi dai media locali, hanno ottenuto la libertà su cauzione.
Il magistrato ha infatti scelto di accogliere la richiesta del loro legale difensore dopo aver ascoltato la testimonianza rilasciata a porte chiuse dalla maggiore delle due ragazzine.
Il padre dovrà versare una cauzione fissata a 800 euro, oltre ad una garanzia personale di 15.000, e rispettare una serie di condizioni che comprendono la firma del libretto cauzionale per tre volte a settimana e il divieto assoluto di entrare in contatto soprattutto con le figlie, ma anche con gli altri testimoni del processo.
Stessa cosa per la madre, il cui importo per la garanzia personale è stato fissato a 5.000 euro e la firma sul libretto una volta a settimana.
La Corte ha inoltre riconfermato la validità dell’ordine di protezione a favore delle due presunte vittime minorenni e della donna che ha sporto denuncia. Anche la pubblicazione di tutti i nomi delle persone coinvolte nella vicenda è stata nuovamente vietata su richiesta del tribunale.